Gurrieri
È recentemente uscito un prezioso volume che porta una luce definitiva sulla Conferenza di Atene del 1931. Cioè sul primo documento internazionale a fondamento dell’esercizio del restauro dei monumenti architettonici, costituendosi come base per la teoria del restauro dei beni culturali in generale. Ne è autrice Susanna Caccia Gherardini, col titolo “Indagine sulla conferenza di Atene” (Franco Angeli). Caccia Gherardini è ordinaria di Restauro nel nostro Ateneo e può considerarsi testimone della terza generazione di docenti di restauro dopo Sanpaolesi e Rocchi. Autrice di numerose pubblicazioni ha relazionato sulle opere di Le Corbusier al Getty Conservation Institute di Los Angeles. Indagando e lavorando su documenti originali, ha ripercorso i precedenti, gli svolgimenti e le conclusioni (con le loro criticità) della messa a punto della Carta di Atene, a partire da storia, mitologia e interpretazione di quell’incontro fondativo. Rilevandone la peculiarità di una cooperazione intellettuale che, nel Dopoguerra, si sarebbe rivissuto nella fondazione del segmento Unesco-Beni culturali. Cogliendo anche quella certa egemonia francese che si conserverà a lungo nel tempo, ma evidenziando nomi e culture dei partecipanti di grande qualificazione come Nikolaos Balanos (greco, con alle spalle la Scuola francese di Ponts et Chaussés, restauratore del Partenone), Carl Brittner (Francoforte), Pedra De Prada (profesora auxiliar, chimica), Louis Hautecoeur, Victor Horta, gli italiani Gino Chierici, Riccardo Filangieri, Gustavo Giovannoni, Luigi Marangoni, Antonio Muñoz, Amedeo Maiuri. Importante – quasi inedita – la trascrizione del volume “La conservation des monuments d’art et d’histoire” del 1933, a fondamento di una più generale visione della tutela che porterà al dibattito moderno e contemporaneo.