
Alluvione di Firenze 4 novembre 1966
Firenze, 4 novembre 2021 - Tradizionale lancio della corona di alloro, al ponte alle Grazie a Firenze, per ricordare le 35 vittime accertate dell'alluvione del 4 novembre 1966. È stato il cardinale Ernest Simoni a benedire l'Arno. «Gesù ha creato tutte le leggi divine, da buoni cattolici dobbiamo mettere Gesù al primo posto - ha detto -. Dobbiamo amare e pregare, è questo che conta. Viva il popolo di Firenze e d'Italia».
Nella mattinata si sono susseguiti vari appuntamenti per ricordare l'alluvione del 1966 e anche il 40mo anniversario della legge di riforma della Polizia di Stato, motivo per cui la polizia è stata ospite speciale della giornata. Al cimitero di San Felice a Ema è stata deposta una corona di alloro sulla tomba di Carlo Maggiorelli, addetto alla sorveglianza degli impianti idrici dell'acquedotto dell'Anconella, vittima dell' alluvione.
Successivamente, nella basilica di Santa Croce, è stata celebrata la tradizionale Santa Messa presieduta da monsignor Luigi Innocenti, cappellano della polizia di Stato di Firenze e accompagnata dalla fanfara musicale della polizia di Stato, diretta dal maestro Secondino De Palma. Sono stati letti, come ogni anno, i nomi delle vittime. Tra i discorsi commemorativi quelli del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, del presidente dell'Opera di Santa Croce Cristina Acidini, del Questore Filippo Santarelli, del Padre Guardiano di Santa Croce Fra Giancarlo Corsini. Presente anche il vicesindaco Alessia Bettini (il sindaco Dario Nardella è impegnato in una missione istituzionale a Lipsia).
«Abbiamo visto purtroppo come i fenomeni estremi sul clima sono sempre in aumento - ha spiegato Bettini -. Dobbiamo tutti impegnarci per cercare di prevenire, intervenendo sulla messa in sicurezza ma anche creando una consapevolezza». Bettini ha parlato anche della rete degli Angeli del fango, che dette un grande contributo in quei giorni di dolore: «Li ringrazio così come ringrazio - ha affermato - tutte le associazioni di volontariato che si preparano nei momenti di 'calmà per poter essere poi pronti a intervenire in caso di emergenza». Tra le proposte, fatta dall'Associazione ' Firenze Promuovè anche quella che Papa Paolo VI possa diventare compatrono della città di Firenze.
Nardella: "Fu prova di resilienza'
Era il 4 novembre 1966, l'Arno ruppe gli argini portando via 35 vittime e provocando danni economici ed artistici incalcolabili. Nella videorubrica «Accadde in Città» del sito dell'Anci, il sindaco di Firenze Dario Nardella ricorda il 55mo anniversario della tragedia che segna la storia della città e dei fiorentini. « Firenze è riuscita a rialzarsi, sorretta da cittadini che non si sono mai sottratti alle sfide della storia, anche le più terribili», «l'alluvione - precisa - ha assunto un significato simbolico come testimonianza del cambiamento climatico e come prova emblematica di resilienza».
Il ricordo resta ancora vivo: tra l'acqua e una pioggia incessante che inghiottiva la memoria e la storia dei fiorentini, accorsero da tutto il mondo gli Angeli del fango, la meglio gioventù, ragazzi e studenti, italiani e stranieri, che con spirito di sacrificio, tra dolore e paura, ma con forza e coraggio, accorsero in massa per tutelare un patrimonio culturale, storico e artistico. «Arriviamo a questo 4 novembre consapevoli di non essere fuori dall'emergenza sanitaria dichiara Nardella - e la guardia deve restare alta». Rispetto al dramma che stiamo vivendo «la pandemia - conclude il primo cittadino - ha drammaticamente mostrato la nostra vulnerabilità, ma anche la capacità di reagire, di rimetterci in gioco, di resistere e di non farci abbattere dalle avversità».