Firenze, 5 Novembre 2023 – Il meteo, nella giornata di ieri, ha regalato un po’ di tregua alle zone alluvionate, evitando di complicare ulteriormente i soccorsi e le operazioni di recupero. Ma la situazione a Campi Bisenzio, il terzo giorno, è ancora critica: strade allagate, famiglie chiuse in casa, ai piani alti, impossibilitate a uscire. Le operazioni di evacuazione da parte dei vigili del fuoco sono andate avanti ininterrottamente.
Intanto si continua a spalare per liberare le vie dall’acqua e dal fango, nel tentativo disperato di salvare il salvabile. I danni alle case sono incalcolabili e la perdita non è solo economica. Sono centinaia gli sfollati costretti a lasciare le loro abitazioni, che hanno trovato ospitalità nel centro di accoglienza adibito a San Donnino o a casa di amici e parenti.
“Una cosa del genere non l’avevo mai vista” è ciò che dicono gli abitanti. Chi ne ha memoria sostiene che questa alluvione sia anche peggiore di quella di 32 anni fa. “Abbiamo visto la morte vicina – racconta uno di loro - un muro è crollato e ci ha bloccato la fuga, siamo riusciti a salvarci per miracolo”.
Sgomento, ma anche tanta rabbia sono i sentimenti predominanti in queste ore. “La protezione civile ci ha aiutato all’inizio, in fase di evacuazione, poi dopo non si è visto nessuno – sostengono in tanti - Senza i volontari non sapremmo come fare”.
Tantissimi i ragazzi, anche giovanissimi, arrivati in aiuto dalle zone limitrofe. Armati di pale e secchi, stivali alti, non hanno avuto dubbi su cosa fare: si immergono nell’acqua alta e nel fango, provano a farla defluire raccogliendola con quello che hanno a disposizione, anche i cassonetti dei rifiuti, tentano di liberare le auto impantanate a mani nude. “Noi ce la mettiamo tutta, diamo il massimo” affermano due ragazzine.
E lo stesso vale per la comunità senegalese fiorentina: “Ieri eravamo a San Piero a Ponti, anche lì la situazione è critica. Oggi siamo venuti qui a Campi per dare una mano ai nostri “vicini di casa” – ha detto il presidente Mamadou Sall – e molti ragazzi sono arrivati addirittura da Roma”.
"Abbiamo trascorso la giornata cercando di liberare l’ingresso della casa di un anziano signore – ha aggiunto una volontaria aggregata alla Misericordia – all’interno, nonostante ci siano quattro scalini, i mobili galleggiano ancora. Ci siamo chiesti come mai non ci fosse qualcuno, oltre a noi comuni cittadini, a liberare le vie e le case dall’acqua e dal fango. Siamo qui con la pala e il secchio, ma sono inutili”.