Campi Bisenzio (Firenze), 2 novembre 2024 – Due volte alluvionati. La prima nel 1991, la seconda appena un anno fa. Sempre nella loro casa di via Tipitapa. Ma con una dignità da vendere. Lo vedi da come si muovono, come parlano, come raccontano tutto quello che hanno dovuto passare. Con le difficoltà di una quotidianità che ancora non è ripresa appieno, fatta anche di stanze da risistemare e ricordi persi per sempre. Fulvio Lazzeri, 72 anni, e Tiziana Roghi, 69, hanno la propria abitazione al piano terra in un complesso di villette a schiera, alcune a più piani, altre no. Villa Montalvo a due passi. E se ventiquattro anni fa fu il Bisenzio a travolgere e distruggere le loro cose, con quasi due metri d’acqua, l’ultima volta è stata la Marina. Anzi, il fango trasportato dalla Marina. Un metro e mezzo in casa e ancora oggi vedono ‘rifiorire’ la polvere generata proprio da quella melma che li ha costretti a spostarsi a casa del figlio, a Calenzano, fino a poche settimane fa.
“Per rimettere tutto a posto – raccontano – aspettiamo che sia passato l’inverno”. Non solo per la necessità di far asciugare le stanze, ma per il timore che possa succedere di nuovo: “La paura ce l’abbiamo ancora addosso, appena sentiamo che c’è un’allerta meteo o che piove un po’ più forte, come successo anche di recente, ci chiediamo subito se non sia il caso di andare via”.
Una situazione insostenibile, che la coppia vive ormai da un anno: “Fino al 2 novembre 2023 eravamo una famiglia tranquilla, non ci mancava niente. Poi c’è stato il disastro di un’altra alluvione e nel giro di sei mesi siamo stati costretti a spendere tutti i soldi messi da parte, oltre 70.000 euro, a fronte dei soli 3.000 euro avuti dalla Regione. La prima volta eravamo tornati da poco a Campi e, sinceramente, non avremmo mai creduto di dover rivivere un dramma simile. Ora basta però”. Originario di Pieve Santo Stefano lui, di Montepulciano lei, qui sono sempre stati bene, ma adesso quella di trasferirsi in un altro comune è più di un’idea. Con l’alluvione di novembre hanno perso tutto, compresa la macchina. Una storia nella storia visto che il marito, nel tentativo andato purtroppo vano di metterla in salvo lungo la circonvallazione, per poco non è rimasto travolto dalla furia dell’acqua. Gli occhi si inumidiscono ripensando ai minuti frenetici in cui Tiziana, non vedendolo rientrare, ha temuto anche il peggio. Glielo ‘rinfaccia’, bonariamente, anche oggi.
“La poltrona per guardare la televisione ancora non l’ho ricomprata”, racconta Fulvio. Lo dice sorridendo, ma si capisce che è un sorriso dettato dall’incertezza che è entrata irrimediabilmente a far parte della loro vita. Non solo: “Prima non c’era una settimana che non passasse qualcuno di un’agenzia immobiliare a chiedere se la casa fosse in vendita – aggiungono i coniugi – da un anno a questa parte non si è visto più nessuno”. Un altro segno di una ferita aperta.