Campi Bisenzio (Firenze), 23 dicembre 2023 – Sarà un Natale fuori da casa per duecento campigiani. Sono passati due mesi dall’alluvione, ma non per tutti è tornata la normalità. Numeri che parlano da soli e che ‘si sommano’ a quelli relativi ai 30mila cittadini rimasti colpiti complessivamente dalla piena, agli 890 ettari finiti sott’acqua, un’estensione pari al 68% della superficie del Comune di Campi.
Numeri che certo non rimandano alla gioia che invece dovrebbe contraddistinguere questo momento di festività. Numeri che fanno invece pensare a un Natale triste, come ci hanno confidato alcuni di questi duecento campigiani, che soprattutto guardano con poca fiducia verso il futuro, che si preannuncia purtroppo ricco di incognite e sul quale possono fare ben poco le luci che contraddistinguono questo periodo dell’anno.
Le testimonianze. "Negli occhi dei campigiani si legge la tristezza", conferma don Bledar, parroco di Santa Maria e Capalle. Sa bene di cosa parla, lui che, nei primi giorni dopo l’alluvione, con stivali e pala si è messo a rimuovere il fango al fianco dei suoi parrocchiani.
"Campi è una comunità che ha sofferto e che soffre ancora, la ferita è troppo recente – spiega – ed è una sofferenza che accomuna tutti i cittadini, anche chi non è rimasto colpito all’alluvione. Si vede, parlando con loro, guardandoli in faccia, perché nei loro occhi c’è tanta tristezza".
E da sacerdote sa che lo attende una missione resa più ardua da questo momento di difficoltà della sua comunità: ricordare a ogni fedele l’importanza di questo periodo dell’anno. "Le difficoltà non ci devono far dimenticare che è un periodo di attesa per tutta l’umanità – conferma don Bledar –. Già prima dell’alluvione si sentiva l’esigenza di un sentimento di pace profonda: la speranza è che la solidarietà dimostrata a Campi contribuisca, nel suo piccolo, a fare andare oltre i contrasti e le differenze e ad accogliere la pace di cui abbiamo bisogno".
La tristezza negli occhi cui fa riferimento don Bledar è quella che si ‘legge’ parlando con Giovanna, giovane mamma residente con il marito in via del Gelsomino. Oggi non hanno più niente di quella che era la loro casa. Vivono, momentaneamente, a casa di amici: "Posso dirlo che sono triste? Abbiamo perso tutto e, oltre alla tristezza, il sentimento predominante è quello della sfiducia, generata anche dal fatto che di tutti gli aiuti promessi per il momento non si è visto un centesimo".
Niente regali quest’anno, neanche fra marito e moglie, ma solo per il loro bambino, così piccolo. Il regalo di Giovanna è forse quel sorriso che si riaccende quando incrocia lo sguardo di suo figlio. Antonio, invece, vive in via delle Betulle: poca voglia di parlare in attesa di tornare dalla figlia, che lo sta ospitando in questo periodo.
"Speriamo di festeggiare l’anno prossimo", si limita a dire mentre ci mostra il deumidificatore che resta acceso tutto il giorno. A provare a lanciare un messaggio di speranza è l’assessore al sociale Lorenzo Ballerini: "Sicuramente sarà un Natale sotto tono – ammette –, ma che allo stesso tempo ci deve far mettere in evidenza la risposta di solidarietà che è stata data e dalla quale dobbiamo ripartire".
Le istituzioni. L’assessore Ballerini è reduce dal consiglio comunale aperto sul tema dell’alluvione che si è tenuto giovedì sera e al quale hanno partecipato anche Publiacqua e il Consorzio di bonifica Medio Valdarno. Non era rappresentata la Regione Toscana, un’assenza che da più parti è stata evidenziata. E se il governatore Eugenio Giani ricorda che aver voluto "che 10 milioni dei 200 milioni del prelievo Iperf vadano ad aggiungersi ai 15 milioni in parte corrente messi a bilancio per le famiglie alluvionate", d’altro canto viene sottolineata anche l’assenza della Soprintendenza, finita nel mirino per il crollo del muro della Marina.
Commissione d’inchiesta. Durante la seduta del consiglio sull’alluvione hanno potuto illustrare il lavoro che stanno facendo anche i rappresentanti di due dei comitati nati fra i cittadini ed è stata ufficializzata la notizia della futura formazione di una Commissione speciale d’inchiesta, richiesta in conferenza dei capigruppo e che su cui l’assenso è stato unanime. Sarà formalizzata nelle prossime settimane e, come è emerso nei vari interventi dei consiglieri comunali, "l’obiettivo è quello di arrivare a fare davvero chiarezza su quello che è successo nella notte fra il 2 e il 3 novembre scorsi".