Chiedono risposte. Magari anche in tempi rapidi. Le chiedono alle istituzioni in generale e, più in particolare, al Governo. E per farlo i Comuni di Campi, Prato, Montemurlo, Vaiano e Cantagallo si sono uniti e hanno lanciato un appello, "un nuovo grido di allarme dopo quelli finora inascoltati", quando mancano solo due giorni al triste anniversario dell’alluvione di un anno fa.
Un appello che parte da Campi, uno dei Comuni più colpiti dalla piena del novembre del 2023, ma che racchiude tutti i territori che vanno da monte a valle lungo l’asta del Bisenzio. Per dare ancora più forza al momento gli amministratori hanno indossato la fascia tricolore, a ‘firmare’ un’unione che va oltre i confini dei rispettivi Comuni. Più di 300.000 i cittadini rappresentati da sindaci e assessori, oltre al presidente del consiglio comunale pratese, che hanno fatto richieste ben precise: "Servono risorse, serve un quadro normativo che consenta interventi più rapidi, serve un piano di sicurezza idraulica del territorio che sia in grado di contrastare eventi climatici che non non sono più straordinari".
Cinque rappresentanti delle istituzioni, insomma, che hanno voluto fare da megafono per dare voce a comunità che si sentono ancora addosso, seppur metaforicamente, il fango dell’alluvione. Con il sindaco di Campi, Andrea Tagliaferri, a fare da capofila: "Il Governo è consapevole che sono necessari almeno 160 milioni di euro per interventi sulla sicurezza idraulica. Ho scritto personalmente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni proprio pochi giorni fa, ma ancora oggi non abbiamo ricevuto risposta e non sappiamo se e quando arriverà.
La tutela dei nostri territori non può più aspettare; è urgente destinare risorse adeguate ai Comuni colpiti dall’alluvione di un anno fa". Per poi aggiungere: "Ora basta, un anno fa abbiamo vissuto momenti drammatici e oggi più che mai siamo uniti nel chiedere un intervento deciso e concreto da parte del Governo. I Comuni possono fare la loro parte, ma serve un supporto governativo per azioni strutturali e a lungo termine".
Concetti ribaditi dal presidente del consiglio comunale di Prato, Lorenzo Tinagli, che ha parlato di "popolazione spaventata e che continua a vivere le allerte con ansia e con la speranza che non succeda di nuovo qualcosa di grave".
"Ci chiediamo perché ancora oggi non sia stata avviata dallo Stato la fase di ricostruzione", ha aggiunto Alberto Vignoli, vice-sindaco del Comune di Montemurlo. Risalendo la vallata, invece, il sindaco di Cantagallo, Guglielmo Buongiorno, ha voluto puntare il dito contro il ministro Musumeci che "nell’unica volta che si è visto da queste parti, è stato capace solo di dire che i cittadini e le aziende devono assicurarsi contro questo tipo di eventi".
"Nella situazione in cui ci troviamo attualmente – ha concluso Chiara Martini, assessore del Comune di Vaiano -, se si dovesse ripresentare qualcosa di simile a quanto successo lo scorso novembre, saremmo punto e a capo".
Chi la pensa diversamente sono i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi ed Elisa Tozzi: "Complessivamente sono 405 i milioni arrivati dal Governo, comprensivi dei 66 resi disponibili grazie a un emendamento al decreto Pnrr e sono quelli per i ristori da 5.000 euro alle famiglie il problema è che la Regione non sta erogando proprio contributi perché sta rallentando le procedure che, da regolamento, dovevano essere seguite dai Comuni". Comuni "come Montemurlo, Prato o Campi - hanno aggiunto -, che probabilmente hanno le loro responsabilità nella gestione del territorio".