Alluvione, Renzi attacca Pd e M5s "Quei 45 milioni di lavori mai fatti"

Il leader di Italia Viva alla Rari Nantes. "Il primo progetto di legge appena eletti sarà Casa Italia" "I soldi contro il dissesto idrogeologico il mio governo li aveva messi nel 2014, ma non li hanno spesi"

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"Sul fiume Misa, a Senigallia noi abbiamo messo i soldi e non li hanno spesi". Entra a gamba tesa il leader di Italia Viva Matteo Renzi ieri alla Rari Nantes. L’annuncio è che il primo atto che firmerà in caso di rielezione sarà una proposta legge per riprendere il progetto ‘Casa Italià contro il dissesto idrogeologico. "Quando c’era stata l’alluvione stanziammo 45 milioni e il fatto che ci sia stata la chiusura della nostra ’Unità di missione’ ha allungato i tempi del progetto – ha attaccato – avevamo messo i soldi, ma il progetto è stato fatto nel 2020, troppo tardi perché così il cantiere apre nel 2022. I soldi il governo Renzi li ha messi nel 2014, se avessimo fatto le opere immediatamente, oggi non piangeremo la situazione com’è". Per Renzi "su questo nessuno fa un dibattito con noi perché noi siamo gli unici ad aver messo i soldi che loro non hanno speso, è uno scandalo totale".

Ma è uno scandalo – insiste Renzi – "anche il fatto che Giuseppe Conte vada in giro per il sud promettendo a tutti di mantenere il reddito di cittadinanza e vada alle iniziative tirando fuori la tesserina gialla. Io lo dico ai toscani: volete questo sistema clientelare di voto di scambio? Potete votare i 5 stelle o addirittura anche il Pd che ora sta difendendo il reddito di cittadinanza. Ma quando Conte vi dice anche in Toscana. Vi facciamo rifare gratuitamente le case, quel gratuitamente non esiste, non c’è niente di gratis in politica. Non è che sta pagando Conte, stanno pagando i vostri figli perché è un modo per far pesare il debito pubblico sulle loro spalle. Nelle proposte dei Cinque stelle, c’è una consueta e scandalosa demagogia".

Risposta pronta anche su Draghi che Italia Viva e Azione vorrebbero alla guida del prossimo governo e che invece nei giorni scorsi ha preso le distanze da un suo possibile rientro a Palazzo Chigi. "Draghi ha fatto benissimo a dire che non prende parte alla campagna elettorale – ha detto il leader di Italia Viva – il vero punto è chi gli farà la domanda: se ci fosse il 10 per cento del terzo polo la domanda potrebbe fargliela Sergio Mattarella, e in quel caso credo che le cose cambierebbero".