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Anche Sesto ha i suoi angeli: “Spalo qui dove sono cresciuto”. E dal fango spunta la Bandabardò

I volontari nelle case e all’oratorio, il noto gruppo musicale aiuta lo studio di registrazione Parsifal

Anche Sesto ha i suoi angeli: “Spalo qui dove sono cresciuto”. E dal fango spunta la Bandabardò

Firenze, 16 marzo 2025 – “Avete fame? Più tardi possiamo passare a portarvi da mangiare”. Il giorno dopo il disastro c’è chi spala il fango provocato dall’esondazione del Rimaggio nel centro e chi offre il proprio aiuto, come può, magari per rifocillare chi sta lavorando. Un abbraccio collettivo quello che la comunità di Sesto sta dando, concretamente, a chi ha visto la propria abitazione o negozio sott’acqua e l’immagine più plastica di questa vicinanza è il ‘serpentone’ di volontari impegnato a togliere il fango dalla Sala prove “Parsifal“ di via della Tonietta, letteralmente devastato. Fra gli uomini e donne ‘armati’ di pale e secchi anche alcuni volti noti: “La prima cosa che ci viene da dire ora – dice Alessandro Nutini ‘Nuto’ della Bandabardò – è di non lasciare solo il Parsifal perché, quando avremo finito di spalare, qui ci sarà da ricostruire. Facciamo un appello alle Istituzioni perché questo posto è importante non solo per la musica ma per la cultura, l’aggregazione”.

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Appello ripetuto anche da Marco Bachi ‘Don Bachi’ altro componente della band: "I danni sono enormi non solo alla struttura ma anche per i gruppi: noi avremmo dovuto iniziare le prove per il nuovo tour il prossimo mercoledì e buona parte della nostra strumentazione è qui come quella di altri gruppi. Questa è la nostra casa, è un posto che necessita di particolare attenzione”. E al Parsifal guardano anche alcuni residenti di case a poca distanza: “Rispetto a quanto accaduto a loro – commenta Paola Lazzeri sulla soglia di casa – i nostri danni sono minimi. Io ho avuto molta paura anche perché mio marito è in ospedale ed ero sola ma per fortuna il fango non ha superato il battiscopa”.

La paura sembra essere anche il ‘filo rosso’ che lega chi ha vissuto, in diretta, l’arrivo del fiume anomalo da piazza del Mercato: "Abbiamo chiuso il bandone – racconta Raffaello Vestita de La Cartiera di piazza della Chiesa – ma la forza dell’acqua era talmente tanta che è entrata dentro rompendo il vetro di una porta e distruggendo tanta roba nel negozio e nel magazzino. Poi i vigili del Fuoco ci hanno aiutato ad attraversare la strada e in quel momento, per la prima volta nella vita, ho capito davvero quanto l’acqua possa essere implacabile, mi sono sentito perso”.

Sensazione palpabile vissuta anche da Sabrina Vigiani della profumeria di piazza del Mercato: "Sono rimasta tre ore dentro il negozio – racconta – perché avevo chiuso la saracinesca e quando la corrente è andata via non potevo più uscire. Intanto il fango entrava e io ho provato una paura enorme finché non mi hanno salvato i vigili del fuoco”. C’è anche chi come Chiara Macherelli e le persone che con lei si trovavano nell’impresa funebre di famiglia hanno dovuto salire sulle scrivanie mentre l’acqua saliva di livello prima di poter uscire: “È stato davvero brutto – racconta – ma dobbiamo ringraziare davvero tante persone che sono venute subito ad aiutarci e che continuano a farlo”.

E la forza del volontariato è visibile benissimo all’Oratorio San Luigi, accanto alla Pieve di San Martino, dove decine e decine di persone, in gran parte giovani, stanno lavorando: "Stiamo ripulendo, togliendo il fango entrato in chiesa, qui all’Oratorio e al Chicco di Grano dove c’è la distribuzione pacchi alimentari – dice Marco Quercioli – tanti ragazzi dell’Oratorio si sono presentati ma non solo loro”. “Non c’è stato bisogno di una chiamata ufficiale – racconta uno dei giovani, Giulio Ferrini – oggi siamo arrivati tutti, io vengo all’Oratorio fin da piccolo e mi è sembrato giusto dare una mano”. Fuori, sul marciapiede, enormi cataste di mobili, oggetti, magari ricordi di una vita che l’acqua ha portato via. E poco più in là, chiuso con del nastro bianco e rosso, il sottopasso ancora pieno d’acqua in cui galleggiano alcune auto. Cartolina terribile di una ecatombe che sembrava impossibile.