
La seconda talpa Marika è entrata in funzione lo scorso novembre Adesso si trova in piazza della Libertà
di Francesco Ingardia
’Natale sul Camerone’. Potrebbe essere questo il riadattamento in salsa fiorentina dei cinepanettoni dei fratelli Vanzina e Neri Parenti. Sì, perché la talpa Marika ha bevuto casse di Red Bull e ha messo le ali. E, salvo imprevisti, la seconda fresa accesa per la realizzazione del passante Alta Velocità dovrebbe arrivare nei pressi della stazione Foster a dicembre inoltrato.
Di che parliamo? Della mastodontica infrastruttura da 2,7 miliardi di euro, lunga 8,35 chilometri (di cui 7 in superficie) per collegare le due stazioni di Campo di Marte e Castello entro il 2028. E che vede Rfi come committente, Italferr alla Direzione Lavori, il Consorzio Florentia - nato dalla fusione delle due società Pizzarotti e Saipem - come stazione appaltante, e la Regione di Eugenio Giani come veicolo che ha rimesso in moto nell’ottobre 2023, dopo il revamping obbligato, la prima delle due talpe da 1.500 tonnellate, Iris, per lo scavo delle gallerie sotterranee.
La missione è chiara: scorporare i flussi di traffico su rotaia, separare l’alta velocità dai treni regionali attraverso una specializzazione delle linee, liberare e decongestionare Santa Maria Novella aumentando l’offerta per i pendolari di 200 corse in più (da 414 a 616). Anche perché, diciamolo, l’investimento e l’infrastruttura sono essenziali allo sviluppo di Firenze. La città ne ha un gran bisogno se non vuol più rischiare l’accusa di essere il collo di bottiglia ferroviario d’Italia, d’intralcio al collegamento rapido MilanoRoma.
Iris e Marika sono le due frese - Tbm, to boring machine, tecnicamente - da 1.500 tonnellate azionate per lo scavo delle gallerie. Iris è stata la prima ad entrare in funzione, ed è ormai in stato dormiente, in standby controllato sotto la Fortezza Da Basso dopo 1680 metri perforati. Solo 700 metri separano le due talpe, giusto il tratto di viale Lavagnini. Marika, accesa per la prima volta nel novembre ’24 a Campo di Marte, ha appena scollinato Piazza della Libertà, pronta ad imboccare il viale in direzione Fortezza nella prima settimana di maggio.
La velocità di crociera è quella di 8 "anelli al giorno", l’equivalente di una decina di metri, per un totale di 1,1 kilometri di galleria già assemblata con i conci di scavo. A spanne, facendo due conti, con una media realistica di 250 metri al mese, la seconda talpa si ricongiungerà alla prima nel mese di luglio. Una distanza in ogni caso conservativa, che tiene conto anche delle caratteristiche geologiche del sottosuolo di Firenze, dato che i lavori interessano la parte del centro storico e tengono conto del connubio tra metodo di scavo e di trasporto dei materiali (su binario e non su gomma, messo a punto da Rfi con un cargo in direzione Cavriglia).
Comunque tempi record, per portata e complessità del progetto, garantiti anche da una certa celerità di Marikapossibile grazie all’accumulo di dati, prestazioni e protocolli di sicurezza ’sdoganati’ grazie all’esperienza della prima fresa Iris.
Raggiunto l’obiettivo dei 1800 metri, il cronoprogramma prevede una fermata obbligatoria di un paio di settimane per la seconda talpa. Una sorta di ’tagliando’ per verifiche di routine, manutenzione straordinaria alla testa della fresa, al sistema di spinta dei motori. Terminata la revisione, sarà Marika, e non Iris, a ripartire verso via Circondaria con tappa intermedia, tanto strategica quanto simbolica, alla futura stazione Av Belfiore.
Qui c’è la novità: una variante progettuale ’salva tempo’ che attende solo la timbratura di Rfi e che prevede l’inversione delle talpe: l’originario cambio impianti solo per riattivare Iris risulta ora poco efficiente. Quindi, avanti tutta con Marika fino all’imbocco della Foster per 8 mesi di lavorazione della galleria alla medesima velocità (10 metri al giorno, 300 al mese). Poi, Iris tornerà in funzione per scavare il tratto restante Belfiore-Castello.