Nuove perquisizioni per far luce sulla strage al deposito Eni di Calenzano dove lo scorso 9 dicembre cinque persone hanno perso la vita e altre 26 sono rimaste ferite. Come riporta Repubblica Firenze, sabato è stato svolto un altro sopralluogo sul luogo dell’incidente: le nuove perquisizioni, scattate su ordine della procura di Prato, sono scaturite da quelle fatte nei giorni successivi al disastro, e hanno coinvolto ancora una volta gli uffici di Eni. Tra i 13 bersagli indicati dai pm, oltre ai verbali delle ispezioni svolte nel tempo, le schede tecniche delle attrezzature utilizzate dalla ditta che aveva in carico la manutenzione, la Sergen srl, gli esiti delle stesse attività manutentive svolte nel 2024, i rapporti di Audit interni fatti sul tema da Eni e i verbali di coordinamento tra le due aziende in vista della compilazione del Duvri (documento unico di valutazione dei rischi interferenti).
Si cerca inoltre di chiarire se la linea di benzina su cui erano in corso i lavori fosse ancora in funzione, e non dismessa (c’erano residui di carburante, secondo quanto accertato durante le ispezioni).
Secondo una fonte vicina alle indagini sono stati raccolti elementi di particolare interesse, tali da lasciar ipotizzare un’ulteriore accelerazione nell’inchiesta. L’inchiesta è ancora a carico di ignoti. Al momento, il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli e il pm Massimo Petrocchi ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. Con il deposito della maxi-perizia (la data è fissata per il 14 febbraio) dei consulenti potrebbero arrivare le prime iscrizioni sul registro degli indagati.