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Alzheimer, individuati i 75 fattori di rischio genetico

Sono ben 75 regioni del Dna associate al rischio di Alzheimer, 42 delle quali non erano mai state collegate prima alla malattia: è l’importante scoperta fatta dal più grande studio internazionale condotto finora su questa malattia neurodegenerativa e che potrebbe ora aprire la via alla ricerca di nuove terapie: fondamentali, perché come noto, le attuali possono – se tollerate – rallentare ma non a curare.

Benedetta Nacmias e Sandro Sorbi, docenti di Neurologia dell’Università di Firenze, hanno partecipato allo studio del genoma relativo al più grande gruppo di malati di Alzheimer analizzato finora. La ricerca, pubblicata su Nature Genetics e guidata dall’ Université de Lille – Inserm ha studiato i dati genetici di 111.326 persone a cui era stata diagnosticata la malattia di Alzheimer o avevano parenti stretti affetti dalla patologia, paragonandoli con 677.663 campioni di controllo, cioè persone sane. "Anche l’Ateneo fiorentino, che fa parte del consorzio European Alzheimer & Dementia BioBank , ha partecipato a questa ricerca mondiale – dice Nacmias – , fornendo campioni biologici per contribuire a comprendere meglio l’origine della malattia che nella maggior parte dei casi si ritiene causata dall’interazione di diversi fattori di predisposizione genetica con fattori ambientali".