REDAZIONE FIRENZE

Amanda Knox torna in Italia: a Firenze in aula per l’accusa di calunnia a Lumumba

Il 5 giugno parteciperà all'udienza della Corte d'assise d'appello

Amanda knox sarà in aula a Firenze per l’appello bis

Amanda knox sarà in aula a Firenze per l’appello bis

Firenze, 30 maggio 2024 – Amanda Knox si prepara a tornare nuovamente in Italia dagli Stati Uniti dove attualmente vive. Secondo quanto risulta all'Ansa sarà infatti a Firenze il 5 giugno per partecipare all'udienza della Corte d'assise d'appello chiamata a stabilire se sia responsabile di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (nell'ambito della vicenda giudiziaria per l'omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia e per il quale è stata definitivamente assolta) dopo che la Cassazione ha annullato la condanna a tre anni rinviando il procedimento per valutare la configurabilità del reato in relazione solo al memoriale scritto dall'americana la mattina del 6 novembre del 2007.

Quel giorno sono previste le eventuali repliche delle parti, poi la sentenza. Per Knox, la procura generale di Firenze ha chiesto la conferma della condanna comunque già scontata con i quasi quattro anni passati in carcere prima di essere assolta in appello. Secondo i suoi difensori, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, Amanda Knox è invece «una vittima» della «violazione dei suoi diritti di difesa» e del «processo mediatico».

Va quindi assolta. Nel processo è costituito parte civile Lumumba (il suo legale Carlo Pacelli ha chiesto la conferma della responsabilità di Knox per la calunnia) e se anche lui sarà in aula i due si ritroveranno faccia a faccia. La condanna di Knox per calunnia era diventata definitiva ma poi l'americana si è rivolta alla Corte europea dei diritti dell'uomo che ha riconosciuto la violazione delle garanzie difensive negli interrogatori della notte del fermo e la Cassazione, su richiesta della sua difesa, ha applicato il nuovo articolo 628 bis del codice di procedura penale annullando la sentenza e rimettendo gli atti al giudice di merito (La Corte di Firenze per questioni procedurali) per valutare se il memoriale scritto la mattina del 6 novembre possa «sostenere» il reato.