GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

Amedeo Minghi riparte dal Verdi: "E con me ci sarà anche Mietta"

Prima data del tour che celebra i 40 anni della celebre "1950". "Ma ho ben 36 album da cui attingere"

Amedeo Minghi riparte dal Verdi: "E con me ci sarà anche Mietta"

Compositore, cantautore, arrangiatore e produttore, di gran classe Amedeo Minghi continua ad attraversare la musica con originale coerenza e maestria. Il poliedrico artista romano, classe 1947, è protagonista del tour celebrativo "40 anni da 1950" che inizia martedì 26 alle 20,45 al Teatro Verdi.

Minghi, riparte da Firenze?

"In fondo perché no? Da Firenze sono partito diverse volte, al Verdi abbiamo spesso fatto sold out e in questa città ho tanti amici. Ho tre città nel cuore: Roma, come prima squadra, Napoli come seconda e poi Firenze, che nell’antichità è stata legata a Roma. In ogni caso stavolta la data zero sarà Aprilia, ma il tour inizia sotto il Cupolone".

Per festeggiare i quarant’anni del brano "1950"?

"Andava fatto. La Serenella della canzone è una bellissima signora che si aggira per le strade di Roma, consapevole della sua avvenenza, dell’importanza che ha rappresentato, impersonando un po’ l’Italia che dopo tante peripezie diventa una cosa unica e guarda al futuro con un progetto. 1950 è l’anno clou di tutto questo: la gente si rende conto che vive in un paese unito, una potenza industriale: tutto comincia in quell’anno tondo, come un pallone, come ho sottolineato nella canzone".

Oltre a 1950, cosa proporrà?

"Ho 36 album nei quali posso affondare a piene mani. Anche se poi chi viene a vedemi non può non sentire L’immenso, Soli, I ricordi del cuore, Vattene amore, L’estate verrà, sono talmente tante che sicuramente tralascio qualche titolo".

Non ha in programma anteprime?

"Ne regalo tre al mio pubblico, dal nuovo album che uscirà in autunno: l’agile e immediata Non c’è vento stasera, che è il primo singolo, poi c’è Maledetta sulla tematica della guerra e un altro brano su un mio ricordo adolescenziale. Ci sarà anche spazio per le cose care, con un omaggio a Endrigo, uno a Tenco e uno a Califano, col quale ho avuto l’onore e il piacere di lavorare".

E poi ospita Mietta?

"Con piacere, anche perché, anche se il successo di Vattene amore arrivò eclatante e improvviso, alla fine poi non ci siamo esibiti quasi mai insieme in teatro. Stavolta, a Firenze e a Milano, Mietta canterà qualche brano e poi riprenderemo insieme Vattene amore, che la Salernitana ha adottato come quasi inno e che prima delle partite tutti cantano a squarciagola allo stadio".

A Firenze lo faranno in teatro, che è una dimensione in cui lei si trova a meraviglia?

"In effetti è così. Mi ricordo che iniziai a frequentare i teatri nel 1989, pensando di fare quattro date, ma ne feci centosessanta nei teatri più belli e importanti d’Italia. Ero solo in scena, fu un tour storico in cui suonavo, cantavo, leggevo monologhi. Un’esperienza gratificante".

Stavolta che show ha preparato?

"Ho al mio fianco un’orchestra di 10 elementi, più due coristi. Ho preparato delle orchestrazioni complesse, ma ricche di suggestioni, con tanti suoni e riverberi".

Continua a sentirsi un melodista visionario?

"Lo sono perché le melodie che poi vado a cercare nel pianoforte le avevo immaginate, le penso e qualche volta le ho sognate. Poi ricordo solo quelle che mi piacciono".

Anche il pubblico se ne ricorda tante…

"Per forza, ho debuttato nel 1966 e da allora di canzoni ne ho fatte tante. Per fortuna il pubblico che mi segue è molto attento e non apprezza solo i grandi successi, ama scovare nel mio repertorio brani che gli somigliano".