Firenze, 4 settembre 2015 - "All'Itis Leonardo Da Vinci ci sono e ci sono stati casi di tumore. È vero che le analisi dell’aria hanno sempre dato risultati negativi, ma non siamo tranquilli. Per questo, come dice la legge, vorremmo essere sottoposti a monitoraggi costanti dell’Asl". Luciano Macrì, docente della scuola, suona per l’ennesima volta il campanello d’allarme sul rischio amianto.
E racconta: "Come sindacato Federazione lavoratori pubblico impiego, e anche come rappresentante dell’Rsu, quasi due mesi fa ho scritto all’Asl. In base alla legge, lavoratori e studenti dovrebbero essere messi sotto sorveglianza sanitaria. Peccato però che, ancora una volta, non sia arrivata nessuna risposta". Delle morti per amianto nelle scuole si è occupato di recente L’Espresso. "Il problema c’è, ma si continua a far finta di nulla – accusa Macrì -. Pensare che ogni tre anni i muratori vengono sottoposti a radiografie ai polmoni. Io invece in quella scuola ho studiato sei anni e ci insegno da 32. E nessuno ha mai controllato il mio stato di salute".
L’Asl rimanda ogni accusa: "Le indagini anche da noi svolte hanno sempre dato risultati negativi. Visto che in quell’immobile il rischio è molto basso, la legge non ci impone di effettuare sorveglianza sanitaria. Oltretutto a chiedercelo è una sola persona. Il discorso cambierebbe se a fare la richiesta fosse il preside, ma così non è…".
Ma Luciano Macrì scuote la testa. E solleva dubbi. "Ricordo che già nel 1997 l’Asl firmò un’ordinanza in cui chiedeva al Comune di buttare giù la palazzina del biennio, che non a caso nel 2004 fu chiusa dall’allora preside comunale".
Poi però, aggiunge il docente, "la nuova amministrazione statale ha riaperto il biennio sostenendo che non c’erano problemi". Da parte sua, la vicesindaca Cristina Giachi ribadisce che "il Da Vinci rimane una delle priorità".
"E lo dimostra il fatto – aggiunge, - che siamo attivi su due fronti. Uno è quello del finanziamento coi mutui della Bei, ovvero della Banca europea. E l’altro è relativo ai finanziamenti Inail previsti col ddl della Buona scuola".
Per buttare giù e rifare di sana pianta la palazzina incriminata occorrono 7milioni di euro. "Anche quest’anno abbiamo speso 70mila euro per la manutenzione. È evidente che anche noi non vediamo l’ora di poter ricostruire quell’edificio", nota Giachi. E le morti per amianto? "Non c’è nessun riscontro. Si crea solo allarme sociale".
Elettra Gullè