Firenze, 25 marzo 2020 - La situazione quasi surreale che stiamo vivendo in questo periodo, con la necessità di stare in casa il più possibile per evitare il contagio da coronavirus, crea tutta una serie di problemi in molti ambiti. Non ultimo quello della gestione degli animali che non hanno una famiglia.
Per capire come si stanno organizzando le strutture che accolgono animali, abbiamo intervistato Arnaldo Melloni, responsabile del Parco degli animali, il canile rifugio del Comune di Firenze nato nel 2011. Si tratta di una struttura all’avanguardia che si sviluppa su un’area di due ettari e mezzo e ospita i cani ex randagi del Comune di Firenze e di diversi comuni del cirondariio.
Che cosa è cambiato con le restrizioni dovute all’emergenza coronavirus per voi che gestite il Parco degli animali di Firenze?
Il canile è naturalmente una di quelle attività essenziali dell’amministrazione comunale che continua ad essere svolta con personale presente in sede, senza Smart working. È in parte cambiata l’attività dei dipendenti comunali che stanno lavorando - in previsione della riapertura al pubblico - alla sistemazione dell’area da dedicare alla pensione per gatti e a migliorare il verde. Ad esempio stiamo piantando nuovi alberi (da frutto e due salici) e fiori (rose soprattutto) per rendere sempre più accogliente il nostro ambiente.
Quali sono i problemi più grossi che avete?
Il problema principale è la chiusura al pubblico. Ovviamente questo si riverbera negativamente sulle adozioni. In questi giorni siamo comunque riusciti a concludere due adozioni di cani che erano già state avviate prima dell’emergenza.
Avete carenza di volontari in questo periodo?
I volontari non possono accedere al parco. Il lavoro di socializzazione dei cani prosegue grazie al lavoro dei dipendenti comunali che si stanno occupando direttamente del benessere degli animali garantendo le uscite e l’addestramento a tutti gli animali presenti.
Le adozioni sono bloccate in questo momento. Per il Parco degli animali si tratta di un grave problema? Il complessivo rallentamento delle attività ha ridotto anche il numero degli animali in entrata dal nostro comune e dai 15 comuni convenzionati. Al momento non ci sono criticità legate alla capienza.
C’è qualcosa che si può fare per aiutare il Parco degli animali? La cosa importante è mantenere viva l’attenzione sugli ospiti del parco. Chiediamo di continuare a seguirci sui social con l’obiettivo di avere pronti tanti nuovi potenziali adottanti al momento che sarà possibile riaprire al pubblico.