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Graziano Cioni, 75 anni, e la moglie Hasnaa, 45: ieri le loro nozze in Palazzo Vecchio
Firenze, 8 settembre 2022 - Il Cioni s’è sposato. Per la terza volta. "Non c’è due senza tre". L’ironia e le battute sono il suo companatico. "Senza, che vita sarebbe", dice. Ma l’emozione c’è. Eccome. Perché i sentimenti son così, un po’ bastardi: prima o poi ti fregano. E hanno fregato anche la sua amica del cuore, la Tea, lady di ferro fiorentina. L’ex assessora Albini che in Sala Rossa, a Palazzo Vecchio, gli ha fatto dire ancora un sì.
Son scivolose le lacrime, quando prendono in contropiede. Era scoppiato mezzo macello quando si seppe che Graziano Cioni aveva una relazione con Hasnaa Lfah, bella da far paura, trent’anni meno di lui. Ieri raggiante in tailleur pantalone bianco, accanto al suo barbuto sposo. "Lo vuole rapinare", "è interessata al portafoglio", dicevano quindici anni fa. Firenze è spietata quando guarda dagli spiragli delle persiane e si converte da internazionale a paesana, avvelenata come i denti dei serpenti. Son passati più di dieci anni, lei con i suoi 45 splendenti e lui con i suoi 75 che scoppiano dalla voglia di vivere. Quella che con una ventata lei ha portato in casa.
L’amore, ragazzi, non conosce convenienze quando è vero. "Qui da rapinare c’è poco", dice in faccia ai maligni Graziano. E quello di ieri per Firenze è il matrimonio dell’anno. Perché il Cioni è un pezzo della storia di Firenze. C’è sempre stata la fila davanti al suo ufficio. Perché Graziano da Pontorme, un pezzo di quella profonda provincia nell’Empolese, con la gente si mescolava. Il lavoro, sempre. E la famiglia. I dolori. Quel maledetto incidente che gli ha portato via la figlia Valentina e l’ha messo da combattente sulla via della sicurezza stradale. E’ tirato a lucido alla festa alla Loggia di piazzale Michelangelo, con ai piedi quella Firenze del cuore.
Lei, Hasnaa, ha lasciato il bianco per un abito sensuale celeste polvere, arabo come le sue origini. E’ contento l’ex assessore battezzato ‘sceriffo’ senza che quell’aggettivo gli garbasse un granché. Però aveva voluto rimettere ordine in città con il regolamento di polizia urbana che fece il giro d’Italia. Ex parlamentare a braccetto con Berlinguer ma che parlava volentieri con Andreotti. Mente acuta, intelligenza brillante, a tanto così da realizzare il sogno di fare il sindaco. Anche se per la città è stato di più. Brucia ancora la beffa dell’inchiesta su Castello – "Assolto, ma mi hanno levato nove anni di vita" – a pochi mesi dalle primarie fece largo a Matteo Renzi e alla sua rottamazione. Fine, stop. In quel periodo arrivò anche “l’inquilino inglese” a fargli scomodo: ha sempre parlato così del Parkinson che combatte con tutte le forze. Quanta gente alla festa, solo gli amici però. Ma tanti. Anche Giancarlo Antognoni, Paolo Hendel, il governatore Eugenio Giani e il sindaco Dario Nardella che suona La vie en rose col violino e Lorenzo Becattini.