Il comitato di cittadini che chiede di fermare il progetto di ampliamento dell’Isf nella valle di Rimezzano si è appellato direttamente al presidente della Repubblica. Dopo una partecipata assemblea pubblica a Ponte a Ema, i referenti del gruppo hanno girato a Mattarella le considerazioni del ricorso legale presentato al consiglio di Stato contro la previsione edilizia approvata dal Comune nel luglio scorso che rende edificabile l’area di 6,2 ettari di proprietà di Isf. Avvalendosi della possibilità di realizzare un "ampliamento funzionale" di un edificio non residenziale, meccanismo previsto dalle leggi regionali sul governo del territorio che ha consentito anche la realizzazione del Viola Park, sarà possibile – ricordano i ricorrenti – costruire un fabbricato completamente nuovo di 12.000 metri quadri di cui 2.500 di posteggi interrati su due piani più un parcheggio sul versante nord della collina. Il nuovo assetto della scuola, che riunirebbe nello stesso luogo le sue tre attuali sedi, porterebbe a un bacino di 800 studenti, rispetto agli attuali 220. Ma l’unica via di accesso è via del Carota, in alcuni punti molto stretta, inadatta – dicono – a una mole di traffico del genere. Durante l’assemblea, gli architetti Pino Brugellis, Roberto Budini Gattai e Paolo Gambassi hanno evidenziato varie perplessità "di un progetto che insiste su un versante collinare fragile, in un’area che lo stesso documento approvato definisce di "grande pregio paesaggistico". L’obbligo di edificare una costruzione "completamente ipogea" è difficile da ottemperare trattandosi di una scuola". Lamentano anche la mancanza di un piano sulla viabilità, dell’esame dell’impatto acustico e l’eventuale rischio idrogeologico.
Manuela Plastina