Ritardi enormi per l’adozione dei bilanci di esercizio e dei bilanci economici di previsione. Sforamento dei tetti di spesa per l’acquisto di farmaci e dispositivi medici. Indebitamento per i mutui in crescita. Ricorso all’anticipazione di tesoreria (senza riuscire in molti casi alla completa restituzione a fine esercizio delle somme concesse) e incremento dei debiti verso i fornitori. Non è una novità. Ma con le delibere recentemente pubblicate sulla situazione delle Asl emersa dai bilanci 2021 e 2022, la sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha accertato la persistenza di gravi criticità che, in assenza di adeguate e tempestive misure correttive, rischiano di compromettere in maniera definitiva l’equilibrio della gestione economica, patrimoniale e finanziaria dei singoli enti e, a ricaduta, dell’intero servizio sanitario regionale.
I bilanci esaminati attestano che i ricavi degli esercizi, nonostante il considerevole apporto di contributi straordinari erogati per il contrasto alla pandemia non sono stati sufficienti a coprire i maggiori costi di produzione sostenuti dalle aziende.
Alcuni di questi costi, infatti, già aumentati nel 2020 con l’inizio della crisi sanitaria, hanno subito ulteriori incrementi nel 2021 e sono divenuti strutturali nel 2022 e peggiorati nel 2023 malgrado la cessazione dello stato di emergenza.
Tra questi, i maggiori rincari sono stati registrati: a causa dell’inflazione per l’acquisto di beni e servizi (tra cui l’energia); costi per far fronte ai debiti derivanti da nuovi mutui; costi per il personale per effetto delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2020 e nel 2021.
Tutte le aziende hanno quindi chiuso i bilanci del 2021 e del 2022 con ingenti perdite che confermano una condizione di permanente squilibrio economico. Solo gli enti sanitari di costituzione regionale (Fondazione Monasterio e Ispro) hanno conseguito scarsi utili nel 2022, ma favoriti da una maggiore contribuzione regionale.
L’Asl Centro ha chiuso il 2021 a meno 43.235.798 e il 2022 a meno 10.386.438, la Nord Ovest rispettivamente a meno 1.208.205 e meno 56.349.692; la Sud Est a meno 59.715.006 e meno 60.529.580; Careggi a meno 10.405.140 e meno 14.369.198; il Meyer a meno 3.118.702 e meno 4.289.533; l’Aou Pisana a meno 12.870.108 e meno 13.892.237; l’Aou Senese a meno 7.306.488 e meno 7.209.126.
Le perdite sono state successivamente ripianate direttamente dalla Regione con risorse attinte dal bilancio che hanno consentito di evitare il commissariamento del servizio sanitario.
La Sezione ha contestato innanzitutto la condizione di squilibrio economico che per le Asl e le aziende ospedaliero universitarie ha assunto un carattere strutturale e rischia di non essere più rimediabile. Pur preso atto dell’aumento Irpef disposto dalla Regione con la legge di stabilità per il 2024 allo scopo di dare copertura all’ulteriore disavanzo registrato nel 2023.
Ilaria Ulivelli