BARBARA BERTI
Cronaca

Anastasia Kuzmina ai Gigli: "Il ballo? Scelta di vita"

La maestra di “Ballando con le stelle“ oggi al centro commerciale di Campi

Anastasia Kuzmina ai Gigli: "Il ballo? Scelta di vita"

"Il ballo? La mia vita, da 25 anni continuo a sceglierlo ogni giorno". Parola di Anastasia Kuzmina (30 anni), ballerina professionista nota per essere nel cast del programma Rai "Ballando con le stelle" dal 2012. L’ucraina sarà al centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio, oggi in occasione di "Bailando ai Gigli", l’evento dedicato alle danze latino-americane (e non solo) con più di 120 esibizioni da parte di oltre 45 scuole di ballo provenienti da tutta la Toscana. La ‘fiesta’ (che prosegue anche domani) si aprirà il questo pomeriggio alle 17 nella nuova piazza esterna di Corte Tonda: a condurre l’attore pratese Lorenzo Branchetti e, appunto, Anastasia Kuzmina.

Anastasia, pronta per la ‘fiesta’?

"Sì, è sempre un piacere tornare a Firenze, città che amo e frequento quando posso. Poi anche ai Gigli sono già stata per una precedente manifestazione e rivedere Lorenzo sarà un piacere visto che insieme abbiamo condotto anche il programma tv ‘Happy Dance’. Ma quello che più mi rende felice è questa manifestazione: ben vengano iniziative che promuovono la danza".

Come nasce la sua passione per il ballo?

"Da piccolina ero una baby showgirl, cantavo, suonavo il piano e ballavo. In Ucraina abbiamo un approccio diverso allo sport: una disciplina non la inizia tanto per hobby ma fin da subito la si pratica seriamente, in modo agonistico. Così ho iniziato presto a partecipare alle gare, scegliendo questo sport ogni giorno".

Quali sensazioni le regala il ballo?

"Ballare è divertente ma non sempre è sinonimo di felicità. Richiede impegno, sacrifici, non tutti i giorni sono uguali così capita il momento in cui non si sta bene o non si è ispirati. Poi, col passare degli anni, si deve fare i conti anche con i cambiamenti del corpo, con la maternità nel caso delle donne".

Grazie al ballo è arrivata in Italia…

"Sì, avevo 15 anni quando ci siamo trasferiti vicino Bologna. E fin da subito ho partecipato a varie competizioni".

Poi è arrivata Milly Carlucci...

"Il primo approccio con ‘Ballando’ è stato strano: mi arriva un messaggio su facebook con scritto ‘ti sta cercando Milly per un provino’. Io penso a uno scherzo e, infatti, non rispondo subito. In quel periodo non stavo ballando, ero tornata a Kiev, così il cellulare con il numero italiano non lo usavo. Incoraggiata da vari amici, alla fine rispondo al messaggio, faccio il provino ed entro nella grande famiglia di ‘Ballando’. Avevo appena 18 anni, è stata una grande palestra per la mia crescita".

Ormai è di casa e breve inizierà l’edizione numero 18 del dance show…

"Ma ancora i maestri non sono stati ufficializzati…".

Nel caso, con chi le piacerebbe ballare?

“I rumors parlano di Bruno Barbieri tra i concorrenti: se così fosse, sarebbe un partner molto interessante".

Tra i vari compagni di ballo che ha avuto in questi anni, con chi farebbe nuovamente coppia?

"Il mio preferito è stato Daniele Scardina, avevamo un ottimo feeling, forse creato anche dalla pandemia, ballare era per tutti e due un momento di svago. Ho bei ricordi anche della passata edizione, quando ho fatto coppia Lorenzo Biagirelli. Nonostante sia stata un’edizione difficile, sono molto contenta di aver ballato con lui. Ma più in generale mi piacciono i partner che si buttano anima e corpo in quest’avventura".

Nata a Kiev e italiana d’adozione, come vive l’invasione russa in Ucraina?

“Con il cuore spezzato. Fortunatamente quasi tutta la mia famiglia è in Italia. Mia nonna paterna, pochi giorni dopo l’invasione, si è fatta i chilometri a piedi per passare il confine nonostante abbia problemi a camminare. Dopo un anno e mezzo gli amici che sono rimasti in Ucraina mi dicono che, purtroppo, si sono abituati: lavorano, studiano, si ritagliano del tempo libero con la consapevolezza che in qualsiasi momento possano suonare le sirene e, quindi, lasciare tutto e andare a nascondersi. La gente, però, non perde le speranze e tutti si adoperano per aiutare chi combatte: c’è chi dona i propri veicoli e chi prepara i pasti ai volontari. Chi è rimasto vuole dare, come può, il proprio contributo".