COSIMO
Cronaca

Anche Leonardo aveva cura dell’ambiente

Cosimo

Ceccuti

Le acque si stanno scaldando per colpa dei gas serra e sono ormai note a tutti le conseguenze drammatiche prodotte dai cambiamenti climatici. Fra trent’anni, nel 2050, il peso della plastica nel Pianeta avrà superato quello della fauna marina. Occorre reagire, senza perdere altro tempo, in modo globale e massiccio, con responsabilità e consapevolezza, nei comportamenti quotidiani di ognuno; soprattutto educando, a cominciare dalla più tenera età, in famiglia e nella scuola. Proprio nella nostra Toscana, più di cinque secoli fa, si era levato un primo autorevole grido di allarme. Merito del genio di Leonardo da Vinci, addirittura ossessionato dagli studi sull’acqua e la necessità di tutelarla: e dire che si era ben lontani dal processo di industrializzazione e le materie plastiche erano lungi dall’essere inventate. Oltre settanta fogli di disegni, bozzetti e scritti vari documentano il suo interesse per le opere idrauliche, lo studio del movimento dell’acqua, il metodo di rappresentazione del paesaggio insieme artistico, naturalistico e ingegneristico. Leonardo ha tentato dunque di richiamare con forza l’attenzione: "I fiumi perderanno le acque e le feconde terre non potranno prender da sé impulso a rinverdire, né crescerà la spiga nel campo e gli animali moriranno non potendo nutrirsi della fresca erba dei prati e gli uomini dopo molti tentativi perderanno anche la loro vita terminando infine la specie umana. E la terra fertile, ricca di frutti sarà trasformata in un deserto". Celebriamo Leonardo per i suoi capolavori artistici ed ascoltiamo il suo monito di scienziato-ecologista, sempre più vivo e attuale: per arginare la catastrofe che ha profeticamente annunciato.