di Manuela Plastina
Ancora una pila a bottone ingerita da un bambino. È il quarto caso in meno di due mesi in Toscana. E i medici lanciano l’allarme. Stavolta è andata bene. La bimba di 23 mesi è arrivata al Meyer martedì scorso. I genitori hanno dichiarato subito che la piccola aveva ingerito il pericoloso oggetto: stava giocando con alcune pile e una l’ha ingoiata, come fosse una caramella. Subito è scattato il protocollo al pronto soccorso del pediatrico: la piccola paziente è stata portata in sala per la radiografia per verificare dove l’oggetto di pochi centimetri si trovasse. Aveva superato l’esofago e si era posizionato nello stomaco, una posizione meno rischiosa rispetto a quanto avvenuto per altri bimbi.
La piccola, di neanche due anni, è stata tenuta sotto osservazione stretta per due giorni finché non ha espulso in maniera naturale la pila dal suo corpicino. Le è andata bene, molto bene. Un colpo di fortuna o un miracolo, dipende dai punti di vista, le ha letteralmente salvato la vita. Non era stata altrettanto fortunata la bimba di 17 mesi di Siena, morta a novembre all’ospedale del cuore di Massa dopo vari giorni di agonia e interventi che purtroppo non sono bastati per salvarla. Per lei gli effetti della pila fermatasi nell’esofago sono stati letali. Pochi giorni dopo, un bambino di 7 anni è riuscito a cavarsela: l’aver ammesso coi genitori di aver ingerito la pila, ha consentito un intervento rapido. È salva anche la bambina di un anno che nella prima metà di gennaio è stata operata di urgenza: era arrivata al Meyer dopo aver manifestato problemi di deglutizione. Il sospetto è che avesse inghiottito una pila con cui aveva giocato fino a poco prima. La radiografia ne ha mostrato la presenza nello sfintere esofageo superiore, ancora non arrivata nella parte mediana, la più a rischio. Gli specialisti del Meyer l’hanno subito portata dai colleghi del Monasterio di Massa per un intervento di altissima precisione: la pila è stata asportata prima che fosse troppo tardi. Dopo due giorni di terapia intensiva, la piccola è stata dichiarata fuori pericolo. Troppi casi in poco tempo.
"Le pile a bottone sono molto presenti nelle nostre case – ricorda la chirurga del Meyer Elisa Severi -, soprattutto nei giocattoli luminosi e nelle bambole, ma anche nei telecomandi, negli orologi, nelle sveglie. Non vanno lasciati incustoditi, bisogna chiudere bene, eventualmente con lo scotch gli sportellini dove si trovano, né bisogna permettere ai bambini di giocarli o tenerli in mano: sono appetibili e ingoiabili".
La pericolosità è elevatissima: se si fermano nella cavità ristretta dell’esofago, anodo e catodo si attivano e, oltre al rischio elettrico, riversano litio che è caustico. "La lesione dei tessuti – sottolinea – va avanti anche una volta asportata la pila: per questo dobbiamo osservare a lungo il paziente dopo l’intervento". I sintomi non sono immediati: il principale è vomitare sangue, ma quando avviene, la situazione è già grave. Ci sono tanti pericoli in casa, piccoli oggetti che se ingeriti possono strozzare o provocare lesioni, "ma la pila è il più pericoloso" sottolinea ancora Severi.