LETIZIA CINI
Cronaca

Andrea Ulivi: 40 scatti in bianco e nero per raccontare la storia d’amore con l’Armenia

In occasione del Festival del Viaggio: fino al 9 giugno

Andrea Ulivi, Luci e ombre armene

Firenze, 31 maggio 2018 - Fotografo, editore e docente fiorentino. Con un’immensa passione per l’Armenia, nata 10 anni fa: «Ho iniziato a incontrare i luoghi della spiritualità armena e la città di Yerevan grazie alla prima coproduzione fra Versiliadanza e una compagnia del luogo - racconta Andrea Ulivi - . Da allora ci sono tornato almeno una volta all’anno e, dai miei viaggi, ha preso forma un corpus fotografico di 10mila immagini». Quaranta delle quali daranno vita a “Luci e ombre armene”, mostra che inaugura dpmani alle 18, in occasione Festival di Viaggio, negli spazi del Teatrino della Società Machiavelli - La Casa Abitata, (via del Trebbio 14r, fino al 9 giugno compreso, orario 16-20). «Una dichiarazione d’amore per questo Paese caucasico ed europeo purtroppo famoso per il genocidio che il governo dei “Giovani turchi” commise contro una popolazione di oltre un milione e mezzo di armeni, residenti soprattutto nella penisola anatolica», riprende Andrea Ulivi.

Nelle foto selezionate per l’occasione, l’obiettivo non vuole raccontare il genocidio, ma la vita di un popolo antichissimo, i luoghi sacri sui quali ha costruitoito la propria identità, una spiritualità profonda che affonda le radici nel 301, quando il re dell’allora Grande Armenia, Tiridate III si convertì al cristianesimo. «L’Armenia fu il primo Paese al mondo che si disse cristiano - conclude Ulivi - . Nelle fotografie esposte molto spazio è dedicato proprio alla spiritualità del popolo armeno, a partire dalle chiese e dai monasteri tipici della loro grande cultura. L’Armenia mi ha stupito, l’ho vista con fascinazione, me ne sono innamorato: è un rapporto amoroso, assolutamente amoroso. Io amo l’Armenia e fare fotografie a questa terra è un gesto d’amore totale. Non potrei fotografare qualsiasi cosa, non mi riuscirebbe: se non entro in un rapporto reale col soggetto, o l’oggetto, non riesco a fotografare, non riesco fisicamente».