Firenze, 30 marzo 2021 - Chissà se nel febbraio 2014 quel bambino di undici anni ricoverato al Meyer per una frattura al polso avrebbe mai pensato, un giorno, di diventare il nuovo astro nascente del settore giovanile della Fiorentina. Allora Andrei David era una delle tante pianticelle del vivaio viola e assieme a molti suoi coetanei era stato protagonista nell’ospedale pediatrico di una giornata all’insegna della beneficenza con Manuel Pasqual: «Tu ed io facciamo lo stesso lavoro» disse al capitano e in un certo senso ci aveva visto lungo. Visto che adesso, dopo il poker rifilato domenica al Genoa con la Fiorentina Under-18, il numero 10 della squadra di Buso ha acceso più di un riflettore su di sé. Anche perché, oltre a contribuire al successo in rimonta sui rossoblù, si è confermato l’uomo della provvidenza per i compagni, dal momento che già pochi giorni prima - con una rete al 95’ - era stato decisivo per ottenere tre punti sulla Roma.
Il risultato? Cinque gol in tre partite nella categoria che fa da anticamera alla Primavera. Non è un caso che due giorni fa, nel post partita, il dg Barone sia sceso negli spogliatoi per complimentarsi con lui. Una vera rinascita quella del fantasista rumeno classe 2003 (che in estate ha dovuto fare i conti con un infortunio all’anca) arrivato in Italia a dieci anni grazie al lavoro del suo manager Virgil Colfescu, dopo aver mosso i primi passi nel settore giovanile della Juniorul Bucuresti. Un percorso che, per certi versi, ricalca quello del suo idolo di sempre, Adrian Mutu: «Lo vidi per la prima volta nel 2012 durante un torneo e capii subito che Andrei era dotato di una tecnica superiore a tutti i suoi coetanei» racconta il procuratore: «L’anno dopo lo portai per sei mesi allo Scandicci ma poi, dopo un provino, la Fiorentina lo volle subito con sé: era rimasta impressionata».
Ma a svolgere un ruolo decisivo nella carriera di David è stata la nonna Liliana, scomparsa nel 2018: fu lei che cinque anni prima, con il padre Costel, scelse di seguire a Firenze Andrei per assisterlo nella sua crescita. E non è un caso che oggi, dopo ogni gol, il 2003 alzi le mani al cielo per ricordarla.
Ma nella carriera di David c’è stato anche un momento di smarrimento, ovvero quando due anni fa era divenuto una star sui social con oltre 50mila follower su TikTok. In testa c’era solo l’iPhone e non più il pallone: «Quello ormai è un capitolo chiuso» spiega Colfescu: «Andrei ha capito che deve rigare dritto perché ha tutte le basi per diventare un giocatore importante». I tifosi viola se lo augurano davvero.
Andrea Giannattasio