
Angelo Balducci (Foto Ansa)
ROma, 5 aprile 2017 - Questa mattina la Guardia di Finanza di Roma ha eserguito la confisca definitiva di beni per 9 milioni di euro a carico di Angelo Balducci, già provveditore alle opere pubbliche del Lazio e presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici considerato protagonista della cosiddetta "cricca degli appalti".
La confisca e dunque la definitiva acquisizione da parte dello Stato riguarda 27 unità immobiliari tra ville, appartamenti di pregio e terreni nei comuni di Roma, San Giorgio di Pesaro, Montepulciano e Sappada Belluno; due auto e una moto, rapporti bancari e titoli obbligazionari, quote societarie, disponibilità finanziarie per oltre 3 milioni di euro detenute in Lussemburgo per il tramite di una società fiduciaria.
Il provvedimento giudiziario arriva dopo un lungo iter giudiziario che si è concluso con la pronuncia della Corte di Cassazione del 24 febbraio 2017 – scaturito da laboriose indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma e svolte dagli specialisti del Gruppo Investigativo Criminalità Economico-Finanziaria del nucleo di Polizia Tributaria della capitale. Nell’ambito dell’inchiesta Grandi Eventi sui lavori riguardanti il vertice del G8 della Maddalena (poi tenutosi a L’Aquila), i Mondiali di nuoto di Roma del 2009 e le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, hanno scoperto l’esistenza di illeciti rapporti d’affari tra Balducci e note imprese romane vincitrici di gare pubbliche per oltre 300 milioni di euro.
Fra le altre cose è emerso che le imprese che si erano aggiudicate l'appalto avevano veicolato ingenti flussi finanziari verso una società cinematografica direttamente riconducibile a Balducci che si occupava della produzione di film il cui attore principale era il figlio, l'attore Lorenzo Balducci.
Allo stesso modo i Finanzieri hanno dimostrato che le imprese edili avevano finanziato l’acquisto o ristrutturazione di svariati immobili di pregio a favore del nucleo familiare del Balducci.
L'enorme patrimonio accumulato da Balducci era sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e la Finanza si è messa in moto per ricostruire il quadro della situazione.
Il Tribunale di Roma ha così condiviso la richiesta della Procura e ha bollato Angelo Balducci come "soggetto socialmente pericoloso in quanto dedito a reiterate condotte corruttive", disponendo il sequestro finalizzato alla successiva confisca di beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie detenute anche all’estero.
Sulla pericolosità sociale di Balducci i giudici del Tribunale di Roma hanno evidenziato che “…alla luce degli oggettivi accertamenti acquisiti nei vari procedimenti penali instaurati a suo carico, risulta avere pervicacemente approfittato delle proprie funzioni apicali in seno alle amministrazioni, titolari di enormi poteri di spesa in ordine all’assegnazione di appalti pubblici, per procedere in modo sistematico e sfrontato all’arricchimento proprio, dei familiari e dei complici con i quali abitualmente operava; [..] si deve rilevare che le dichiarazioni difensive del Balducci sono sfacciatamente false e smentite obiettivamente dalle fonti di prova acquisite nei processi penali a suo carico, a conferma della pericolosità del proposto e della totale assenza di qualunque resipiscenza…”.