REDAZIONE FIRENZE

Arte in lutto, è morta la pittrice Anna di Volo

Conosciuta a livello internazionale per le sue opere, caratterizzate da misteriose e mistiche figure senza volto

La pittrice Anna di Volo

Firenze, 1 ottobre 2023 – Il mondo ultraterreno lei lo conosceva bene. Le sue tele erano degli spazi metafisici, abitati da angeli, muse e sapienti carichi di spiritualità. Per Anna di Volo il paradiso è un luogo già noto, visitato idealmente nella dimensione ieratica delle sue opere.

Ci ha lasciato oggi, nella sua Firenze, la pittrice Anna di Volo, figlia e nipote d’arte, ultima artista della famiglia che portò in Toscana i colori ‘moderni’, con la storica fabbrica fondata dal nonno Eligio nel 1915.

Anna di Volo è conosciuta a livello internazionale per le sue grandi opere, caratterizzate da misteriose e mistiche figure senza volto. L’ultima delle sue numerose mostre è stata allestista in un luogo che lei amava particolarmente, proprio per la profonda spiritualità, il Chiostro della basilica di San Marco.

“Passato e Presente”, così si intitolava l’esposizione. Proprio ripercorrendo la sua lunghissima carriera artistica, ma anche il passato remoto della sua famiglia d’arte, vogliamo ricordare Anna.

Tutto inizia nella Versilia felice dei primi del Novecento, dove il nonno Eligio di Volo (1880-1964), pittore dallo spirito ribelle, decide di fondare una fabbrica di colori. Ben presto si appassionano all’arte anche i figli, Silvio (1907-1983) e Giorgio (1911-1984), rispettivamente zio e padre di Anna. Il primo diventa esponente dell’eletta colonia di artisti italiani a Parigi, l’altro si immerge nell’humus creativo della Firenze esistenzialista. Ai di Volo pittori non si può non accostare il nome di un altro importante rappresentante della famiglia, Massimo. Critico d’arte sulle pagine de La Nazione e direttore artistico della Galleria Santacroce.

Tutta la famiglia di Volo, dunque, rappresenta l’espressione di quel periodo aureo di contaminazioni felici, di quel circolo virtuoso realizzato dalla sensibilità di maestri come Viani, Levy, Carrà, Carena, de Chirico, Conti, Depero, solo per citarne alcuni.

Non a caso Anna inizia a dipingere giovanissima. Lo zio Silvio, maestro tanto amato, la inizia all’arte. Ma presto la pittrice intraprende il proprio cammino, passando per lo studio viareggino di Moses Levy fino all’atelier dello scultore Henry Moore, nel 1965 a Londra. La sua prima personale è presentata da Felice Carena nel ’64 a Firenze, alla galleria “Por Santa Maria”. La pittrice è maestra di incisione, xilografia e restauro. Dopo l’alluvione del ’66 restaura gli affreschi nella cappella dei Vanchetoni in via Palazzuolo e nella chiesa di Ognissanti a Firenze. In questi anni Anna di Volo è sempre presente nello studio di Giovanni March e Renato Natali. Tramite Gastone Breddo, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1970 conosce Carlo Levi, che la esorta ad esporre a Roma, nella galleria “Paesi Nuovi” a piazza Montecitorio.

Grande ispirazione è fornita anche da un altro eletto amico di famiglia, Lorenzo Viani, artista dei lavoratori della darsena e degli emarginati. Durante gli anni della contestazione Anna sceglie Londra, anticonformista e contemporanea. E’ qui che conosce e che diventa allieva di Henry Moore. La sintesi plastica dell’artista inglese e il periodo rivoluzionario portano la pittrice a elaborare una sua personalissima poetica.

Ecco una delle sue opere più futuribili e iconiche, “L’uomo di Lemuria”, un essere dalle forme plastiche e sintetizzato da un rosso acceso, che Anna immagina abitare il visionario Continente scomparso di Lemuria. Da qui, la progressiva ascesa verso lo spazio ultraterreno delle mistiche figure senza volto.

Dopo aver esposto negli Usa e in Giappone, in Europa, nelle più famose gallerie, negli anni Duemila Anna inizia un ciclo di mostre nei luoghi d’arte più importanti di Firenze e della Toscana. Le dame silenziose dell’artista hanno attraversato idealmente il chiostro Pico della Mirandola in San Marco, Santa Croce, l’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella a Firenze (2016), le sale dei primitivi nella Pinacoteca nazionale di Siena e ancora l’Accademia delle Arti del disegno a Firenze.

Anna di Volo lascia l’amatissimo marito Patrick, anche lui maestro di designer per l’alta moda, la numerosa e amata famiglia di cugini e nipoti. Proprio con i cugini Folco e Luca, Anna organizzò nel 2017 una mostra collettiva nella sede del Consiglio regionale della Toscana dedicata alla famiglia di Volo, e poi ancora nel 2019 una personale dedicata all’amato zio Silvio nella sede dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. In tanti amavano Anna, non solo come artista ma soprattutto come persona, e le persone che la conoscevano bene sanno che adesso lei starà già dipingendo con il nonno Eligio, il padre Giorgio e lo zio Silvio.