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Anticorpi monoclonali, via alla produzione Menarini con Tls: 100mila dosi in tre mesi

La fase 2 della sperimentazione punta alla validazione clinica della cura contro la sars-Cov-2 studiata sull’asse Siena-Firenze

FIRENZE

Passa da Firenze la corsa per conquistare i benefici degli anticorpi monoclonali. La ricerca è stata sviluppata dalla società Toscana Life Sciences di Siena, ma sarà ora Menarini a produrre le dosi che servono per la sperimentazione clinica.

Fra la multinazionale del farmaco con sede a Campo di Marte e la Tls c’è infatti una partnership che sta dando ottimi risultati.

"Investire nei vaccini è importante, ma lo è altrettanto il fronte degli anticorpi monoclonali - spiega Lucia Aleotti, azionista di Menarini - Siamo felici e orgogliosi della collaborazione con Tsl, per dare un contributo alla grande battaglia contro il Covid". E riguardo al dibattito sulla sospensione dei brevetti sui vaccini, Lucia Aleotti non ha dubbi: "Sarebbe un gravissimo errore, perchè potrebbe bloccare gli investimenti delle aziende nella ricerca – spiega – Mio padre negli anni Settanta si impegnò moltissimo per far sì che anche in Italia, come avveniva negli altri Paesi, si potessero brevettare i farmaci. Fece una grande battaglia per far capire che se si volevano far crescere le aziende farmaceutiche e con esse la ricerca, doveva esserci un sistema premiante e non penalizzate. E finalmente nel 1978 arrivò la possibilità di brevettare i farmaci".

Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, probabilmente entro la primavera-estate, si partirà con una produzione di almeno 100mila dosi a trimestre, con l’obbiettivo di raddoppiare nei mesi successivi.

"Questo risultato – ha spiegato Fabrizio Landi presidente di Tls Sviluppo – è stato possibile grazie a chi ha sempre creduto in noi, come la Regione Toscana, e a chi ci sostiene da mesi come il ministro Speranza, il Mise e Invitalia, che è appena entrata con una quota del 30% nel capitale della neo costituita società Tls Sviluppo. Non si tratta di una produzione di massa, ma comunque di un contributo importante alla cura del coronavirus, considerando che al momento al mondo esistono solo due farmaci con anticorpi monoclonali".

Intanto è partita la fase 1 della sperimentazione: lunedì, a Verona, l’anticorpo toscano è stato inoculato al primo paziente con l’obbiettivo di valutarne i possibili effetti collaterali.

Nella fase 2 della sperimentazione, che verrà portata avanti negli ospedali di Firenze (Careggi), Siena e Pisa, ci si concentrerà sulla vera e propria attività terapeutica del farmaco, cioè della sua capacità di cura. Lo studio sarà condotto su circa 800-1000 pazienti con infezione da Covid-19.

Olga Mugnaini-Lisa Ciardi