Barbara Berti
Cronaca

L’ultimo saluto ad Antonio Paolucci

Chiesa gremita in Ss. Annunziata per il funerale dell’ex sovrintendente del polo museale fiorentino, direttore dei Musei Vaticani e ministro del governo Dini

Il funerale di Antonio Paolucci (New Press Photo)

Firenze, 6 febbraio 2024 – Una Santissima Annunziata gremita per l’ultimo saluto a Antonio Paolucci. Si sono svolti questo pomeriggio i funerali dello storico, ex sovrintendente del polo museale Firenze, ex ministro per i Beni culturali durante il governo Dini e anche direttore dei Musei Vaticani, originario di Rimini, dove era nato il 19 settembre 1939, ma fiorentino d’adozione. A rendergli omaggio personalità del mondo politico, culturale ma anche tanta gente comune che lo ricorda per la sua grande umanità.

Accanto al figlio Fabrizio e ai familiari più stretti, la vicesindaca di Firenze Alessia Bettini, il sindaco Dario Nardella, il governatore Eugenio Giani che con commozione ha ricordato “i discorsi illuminanti” di Paolucci in Consiglio comunale nel lontano 1990. Presenti anche il presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani, il sindaco di Reggello Piero Giunti, la vicesindaca di Arezzo Lucia Tanti. Ha voluto dare l’ultimo saluto anche Lamberto Dini che quando era capo del governo lo volle ministro per i Beni culturali e ambientali. E, ancora la storica Cristina Acidini, la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt e il nuovo direttore (alla sua prima uscita pubblica) Simone Verde. Quest’ultimo ha ricordato che “l'intestazione dell'auditorium a Paolucci è un atto dovuto, anche perché si è distinto per l'altissima qualità della divulgazione scientifica e l'auditorium è un luogo simbolico di questo genere di attività”. E ha annunciato che “l'altra attività prevista è la donazione del suo fondo librario, e siccome noi pensiamo a un centro studi sulla museologia potrebbe essere il nucleo di partenza di questo importante istituto”.

Per Schmidt, invece, “oggi è una giornata triste per Firenze e per l’Italia che perde un profondissimo conoscitore della storia dell'arte, un museologo di fama mondiale”. Al di là della grande figura istituzionale e di cultura, per Firenze Antonio Paolucci era colui che si poteva incontrare in bicicletta in via Calzaiuoli, magari la mattina presto perché iniziava di buon ora le sue giornate visto il grande amore per quel mestiere che aveva scelto e che quotidianamente svolgeva spinto dalla passione.