Firenze, 2 settembre 2024 – Si era sfogato con La Nazione, Ezio. Correva il 2017 e lui, a 85 anni, armato di paletta e ramazza ripuliva via Maso Finiguerra dalla sporcizia lasciata in strada dai passanti, dai senza fissa dimora, dagli spacciatori e dai tossicodipendenti. Il nonno supereroe, tutti i giorni dalle 22 a mezzanotte, usciva di casa per mettersi al lavoro. E lo ha fatto per 12 anni, sacrificando anche gli affetti, gli amici. E che in quella zona la situazione fosse ormai più che critica, “sfuggita di mano”, Ezio lo disse chiaramente, chiedendo anche l’intervento del Comune.
“Tra via Palazzuolo e via Maso Finiguerra – si legge nell’articolo di martedì 18 luglio 2017 – gira sempre brutta gente. Siamo pieni di locali che vendono alcol anche dopo le 21 (e a distanza di sette anni nulla è cambiato, come dimostrano le continue denunce del comitato Palomar, ndr). Decine di persone bevono in strada e abbandonano i vetri ovunque. vetri che possono essere molto pericolosi se finiscono nelle mani sbagliate, di un ubriaco”.
Nonno Ezio, poi, raccontò al nostro giornale di aver avuto più di una discussione con quelle persone che stazionavano sui marciapiedi e davanti alle case per consumare superalcolici e droga. “Qualcuno ha cercato di mettermi le mani addosso ma la maggior parte ora mi conosce, tutte le sere mi avvicino e cerco di coinvolgerli, di far capire loro il valore del senso civico”. Insegnamenti che a lui avevano inculcato fin da bambino e che sperava di tramandare con il suo buon esempio quotidiano. Il 91enne faceva anche parte degli Angeli del Bello perché credeva “che la partecipazione attiva sia l’unico modo per sconfiggere il degrado e restituire un’immagine degna della nostra città”.
Intanto, l’assessore al Welfare Nicola Paulesu – che definisce quanto accaduto a Ezio “inaccettabile e grave” – chiarisce che la donna che ha ridotto in fin di vita il pensionato “è una ragazza conosciuta dai servizi sociali e dalle unità di strada”. Della romena se ne stavano occupando anche gli operatori specializzati del progetto Spazio Donna, nato nell’ultimo anno per fronteggiare la marginalità di genere: “L’avevano avvicinata ma da parte sua non c’è stata alcuna risposta. Anzi, le erano stati fissati anche vari appuntamenti sia al Consultorio che al Serd ma non si è mai presentata. Nonostante questo – aggiunge Paulesu – quasi quotidianamente i volontari provavano a convincerla a farsi curare e ad accettare un aiuto. Ma non c’è stato nulla da fare”.
Per l’assessore quanto accaduto al nonno supereroe è frutto anche della tossicodipendenza della senza fissa dimora, che, come si sa, faceva uso di crack, “una droga che ha gravissime conseguenze sulla persona se usata continuativamente. Ma va anche detto che il carico sociale e sanitario di chi vive per strada è sempre più complesso, perché si vive in una situazione di emarginazione e povertà”. Infine, per quanto riguarda ild estino dell’ex cinema Fulgor, divenuto la casa di molti barboni, Paulesu non si sbilancia (nel 2026 verrà meno anche il vincolo di destinazione culturale apposto dal Comune) ma assicura che “è un aspetto su cui la giunta si sta interrogando, con idee e progetti”.