L’Ape sociale è un sostegno economico pensato per accompagnare i lavoratori
più fragili alla pensione
di vecchiaia, disponibile
dai 63 anni e cinque mesi.
Una misura che è stata prorogata fino
al 31 dicembre 2025.
I destinatari restano
gli stessi dello scorso anno: disoccupati senza più ammortizzatori sociali,
invalidi con almeno il 74% di invalidità, caregiver e lavoratori impiegati in mansioni faticose o usuranti da almeno sei anni
negli ultimi sette o sette
negli ultimi dieci anni (in quest’ultimo caso sono richiesti 32 anni di
contributi per gli edili e 36
per gli altri).
Tra i lavori che sono considerati usuranti: docenti di scuola primaria e pre-primaria, artigiani, agricoltori, operai specializzati, tecnici della salute, addetti alla gestione dei magazzini.
Per il 2025 il requisito contributivo è fissato
a 30 anni (36 per i lavori gravosi), ridotti di un
anno per ogni figlio fino
ad un massimo di due
anni per le madri.
L’assegno, erogato per un massimo di 1.500 euro
mensili lordi, cessa al raggiungimento dei 67 anni. Dal 2024 l’Ape sociale
non è compatibile con redditi da lavoro autonomo o dipendente, salvo quelli occasionali entro 5mila euro annui lordi. Le domande
vanno presentate all’Inps
in tre finestre temporali:
dal 1° gennaio al 31 marzo,
dal 1° aprile al 15 luglio,
dal 16 luglio al 30 novembre. Le istanze tardive sono accettate solo in caso di risorse residue.
mo.pi.