Firenze, 17 febbraio 2024 – Un’impresa capofila, circa trenta ditte in subappalto, quattro quelle impegnate ieri nel cantiere e dai 50 ai 100 operai presenti ogni giorno nell’ex panificio militare. Il tempo spesso è tutto.
La diretta dal cantiere di sabato 17 febbraio
Sono questi i numeri del cantierone nato a luglio 2021 nell’area tra via Mariti e via dei Marignolli per la realizzazione del superstore Esselunga.
Numeri su quali, adesso, starà all’autorità giudiziaria e agli ispettorati dell’Asl fare chiarezza. La prima domanda a cui dovranno rispondere è chiarire quante e quali ditte fossero impegnate ieri al momento del crollo e se siano state le stesse o altre a eseguire i lavori di ’pompaggio’ del calcestruzzo.
L’impresa esecutrice dell’appalto è la Aep, l’Attività Edilizie Pavesi con sede a Pieve del Cairo in provincia di Pavia che ha già costruito due superstore Esselunga a Lodi e Genova.
La presidente di Esselunga, Marina Caprotti, ieri ha dichiarato che la società di costruzioni si è subito messa "a disposizione delle autorità per contribuire a chiarire la dinamica di quanto accaduto e per qualsiasi esigenza".
Secondo fonti sindacali l’appalto dei lavori ha coinvolto circa una trentina di aziende del territorio, fra cui alcune fuori regione, tutte con mansioni diverse. La committenza del cantieri invece è milanese: si tratta della La Villata spa, società Immobiliare di investimento e sviluppo che fa capo al gruppo Esselunga della famiglia Caprotti che ha rilevato l’area dell’ex panificio militare nel 2013.
Nelle prossime ore saranno effettuate verifiche sulla piramide dei subappalti. Proprio su questo metodo, si sono poggiate le critiche dei sindacati e della politica. A puntare il dito è stato il segretario della Fiom Cgil, Daniele Calosi.
"Dagli accertamenti che stanno svolgendo le autorità competenti le vittime – commenta – sembrerebbero lavoratori a cui veniva applicato il contratto di metalmeccanici, ma che non stavano svolgendo lavori da metalmeccanici, ma lavori edili".
Un’ipotesi tutta ancora da verificare che, comunque sarà chiarita nelle prossime ore e se l’applicazione del contratto fosse in regola con le mansioni svolte. "Se fossimo davanti a questa cosa ci troveremmo di fronte al fatto che si utilizza un contratto che ha un costo minore per garantire poi dopo la possibilità a chi prende il subappalto di risparmiare".
La Fiom per questo ieri ha proclamato 4 ore di sciopero e, alcune aziende, come la Nuovo Pignone hanno proclamato uno sciopero spontaneo. Sulla questione subappalti interviene anche la Filca Cisl con il suo segretario Stefano Tesi.
"Le ditte che lavorano in subappalto, vengono impiegate in base alle fasi lavorative. È importante che chi entra in un cantiere edile abbia il contratto dell’edilizia. Non è una formalità, ma un elemento sostanziale, perché il contratto dell’edilizia prevede un percorso formativo adeguato e mirato al tipo di lavoro che si andrà a svolgere".
Ma il problema, in realtà sarebbe fisiologico, aggiunge Tesi. "La media dei lavoratori di ogni azienda, in Italia, è di 3,5. Queste micro-aziende non possono dare risposte anche ad opere di medie dimensioni e sono costrette a ricorrere al subappalto".
Claudio Capanni