Appartamenti contesi fra due Comuni. L’ultima discussione riguarda via Romero

Probabile ricorso al Tar di Palazzo Vecchio che chiede indennizzi per Casa Spa

Appartamenti contesi fra due Comuni. L’ultima discussione riguarda via Romero

Appartamenti contesi fra due Comuni. L’ultima discussione riguarda via Romero

Tra Firenze e Scandicci è sempre guerra sulle aree di confine. L’ultima battaglia è per un blocco di case popolari, quelle di via Romero, 108 appartamenti in tutto sui quali i due comuni si trovano a discutere. I palazzi si trovano sul territorio comunale di Scandicci, hanno un’autogestione che funziona e si rapporta da anni con l’amministrazione comunale. Ma quelle case appartengono al comune di Firenze. L’immobile infatti rientrerebbe nel patrimonio di Palazzo Vecchio, che possiede case anche in altri territori dell’area metropolitana. L’intento originario era evidentemente quello di allentare la tensione abitativa all’interno delle mura fiorentine. Dal 1998 però una legge regionale ha cambiato la situazione: in base alla normativa, le case popolari ‘fuori comune’ devono essere utilizzate dai cittadini dei territori nei quali si trovano. Cosa cambia per chi vi abita? Nulla. Certo è però che la legge regionale prevede anche un indennizzo al comune proprietario, visto che gli alloggi devono passare nelle pertinenze di altre amministrazioni che riceveranno i proventi dei canoni d’affitto introitati da Casa spa. Il comune di Scandicci ha deliberato questo passaggio nell’aprile scorso, ricevendo una diffida da Palazzo Vecchio a revocare l’atto approvato dal consiglio comunale. Attualmente però, fanno sapere dall’amministrazione comunale scandiccese, non è arrivata alcuna notifica di ricorso al Tribunale amministrativo. "Su quegli immobili, spiega l’amministrazione di Scandicci, mancava l’accatastamento. Dalle ricerche svolte dagli uffici sarebbe emerso che la titolarità degli immobili, risulterebbe proprio di Scandicci".

Il comune ha avviato quindi l’iter per l’accatastamento, informando sia Firenze che Casa spa, che nel merito non avrebbero fornito nessuna documentazione dalla quale si potesse desumere una diversa realtà. Per Scandicci dunque è un atto dovuto, dopo il quale gli immobili rimarranno a destinazione pubblica e consentiranno al Comune, essendone il legittimo proprietario di poter procede alla loro manutenzione straordinaria. Firenze non pare molto d’accordo e vedremo se ci sarà un seguito in aula.