GIOVANNI SPANO
Cronaca

Firenze, Arci contro Arci: guerra fratricida al circolo "25 Aprile"

Sciopero della fame del presidente. Contenzioso per un "buco" da 250mila euro

Andrea Borselli, presidente del Circolo Arci 25 Aprile dal marzo - aprile 2016,  ha iniziato  lo sciopero  della fame

Andrea Borselli, presidente del Circolo Arci 25 Aprile dal marzo - aprile 2016, ha iniziato lo sciopero della fame

Firenze, 13 febbraio 2019 - Sono due costole dell’Arci, due associazioni che portano lo stesso glorioso nome, «25 aprile». Entrambe lontane emanazioni del partitone rosso, il Pci, ora sono su posizioni contrapposte. In ballo il controllo di una delle Case del Popolo storica, appunto la «25 aprile» di via Bronzino 117.

C’è un contenzioso giudiziario, questione di vil denaro: trae origine dal ‘buco’, 250mila euro, accumulato dalla Casa del Popolo fino al 2015. E culminato nel decreto ingiuntivo dell’ottobre 2018 fatto alla Casa dall’altra ‘costola’: la Immobiliare «25 aprile» che diciamo tutela l’immobile, mentre la Casa del Popolo è il gestore.

L’Immobiliare chiedeva il pagamento dei canoni delle vecchie gestioni alla Casa del Popolo. Che si è opposta. Opposizione respinta. Però il presidente della Casa del Popolo, Andrea Borselli, in carica dal marzo-aprile del 2016, vede altri (e inquietanti) scenari. «Non si tratta di non pagare gli affitti pregressi.

Da tempo chiedo: siamo proprietari, o inquilini? No, c’è in ballo l’autonomia democratica della mia associazione. Ma tra virgolette, mi raccomando. Mi riferisco alle 40 tessere 2019 distribuite impropriamente ad alcuni soci della Casa del Popolo col rischio che potessero influire nell’Assemblea o (qualora non ce ne fossimo accorti) sulle elezioni per il rinnovo del Consiglio».

Una sorta di golpe? «La Immobiliare vuole insediare un Consiglio che più le aggrada. Vuole dare in gestione i locali, il bar e il ristorante, bellissimi e che funzionano bene, a chi le pare». Borselli, 72 anni, non ha fatto la guerra. Non l’ha conosciuta. E’ del ’46. Ma la tempra è quella del partigiano: «sa, ho fatto campagna elettorale per il Pci nel Belice con Pio La Torre...».

Per uscire dal cul de sac ha iniziato ieri lo sciopero della fame, assistito dal suo medico di fiducia, dottoressa Montefiori, da un infermiere e dal suo legale Enrico Micali. «Una protesta non violenta per ottenere la fine di una guerra fratricida in cui si inserisce una questione morale sul tesseramento 2019 con Arci provinciale».

Scenari politici a parte, Borselli ricorda che tre mesi dopo l’insediamento del nuovo consiglio l’Associaziare Immobiliare (ancora denominata ‘Primo Maggio’) ci presentò un passivo di 210.000 euro. Verificato diventò di 250.000. Il ristorante gestito da terzi fu recuperato vincendo una causa. Tra i debiti pregressi uno con l’Associazione Immobiliare, di 25.940 euro.

E con l’Arci per la tenuta dell’amministrazione e un prestito al passato consiglio: 18.940 euro». Poi residui di prestiti saldati «ed una rateizzazione con Quadrifoglio, per 19.206. Il Presidente dell’Immobiliare Giuseppe Padula fece presente che doveva avere gli affitti pregressi. E che è tacita prassi che la Casa del popolo faccia fronte alle spese di manutenzione straordinaria o ordinaria, sia per le parti che la riguardano direttamente, sia per quelle di inquilini dell’immobile. La Immobiliare, a causa del suo probabile debito Imu, spera di sostituire questo Consiglio».

Nel tentativo di unificare le attività del circolo e superare questo conflitto immobilizzante c’è stato un tentativo d’accordo: a fronte del riconoscimento del debito da parte della Casa del Popolo l’Immobiliare, accordo verbale, si sarebbe impegnata a dare la disdetta a scuola di ballo e circolo del tennis. Ma è saltato.