REDAZIONE FIRENZE

Arcivescovo Gambelli: la riforma sinodale della Chiesa per una pace coraggiosa

Monsignor Gambelli invita a una testimonianza profetica di pace, seguendo il magistero di Papa Francesco, durante l'Avvento.

Fede e luci di Natale, inizia la magia. Il monito di Gambelli ai fiorentini: "Ora la rivoluzione della tenerezza"

Monsignor Gambelli invita a una testimonianza profetica di pace, seguendo il magistero di Papa Francesco, durante l'Avvento.

La possibilità di un mondo migliore è più di una speranza. "In Maria troviamo un anticipo di ciò che la Chiesa è chiamata a diventare: sposa di Cristo, senza macchia né ruga, splendente di bellezza." Ci affidiamo all’intercessione di Maria perché la riforma sinodale della Chiesa possa essere sempre più vissuta da tutti i suoi membri con convinzione, soprattutto in questo tempo in cui siamo chiamati a una testimonianza più coraggiosa e profetica di pace nel mondo. Parole di monsignor Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, nella sua prima omelia per la festa dell’Immacolata.

La pace riguarda tutti, anche nella vita cittadina. Ecco dunque che la preghiera alla Vergine, proclamata sotto la Loggia del Bigallo, diventa un momento forte del tempo di Avvento: "Seguendo il magistero di Papa Francesco, pensiamo prima di tutto alle popolazioni oppresse dalla brutalità della guerra: - ha scandito l’arcivescovo - tacciano le armi e smettano di portare distruzione e morte. Sostieni con la tua vicinanza e la tua preghiera tutti coloro che vincendo paure e preoccupazioni del futuro, compiono gesti generativi di speranza e di pace come quello di procreare nuovi figli e figlie".

Così le carceri non siano l’anticamera del nulla: "Ti affidiamo i detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Ti affidiamo gli ammalati - ha proseguito monsignor Gambelli - perché nelle loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza delle persone che li visitano. Ti affidiamo i giovani, soprattutto quelli che non vedendo sbocchi per il futuro della loro vita, sono tentati dalla disperazione. Aiutaci a trovare la forza per saperli ascoltare e per saper loro trasmettere fiducia nella vita, nella bellezza dei gesti di generosità e di gratuità".

Così, ancora, vengono poste in primo piano le persone che cercano orizzonti di speranza, filo conduttore della riflessione dell’arcivescovo Gherardo: "Ti affidiamo i migranti che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore. Fa’ che le comunità cristiane siano sempre più pronte ad accogliere, accompagnare, promuovere, integrare gli esuli, i profughi, i rifugiati".

E che nessuno resti da solo: "Ti affidiamo gli anziani che spesso sperimentano solitudine. Aiutaci a custodire il tesoro della loro esperienza e sapienza di vita. Ti affidiamo chi ha perso il lavoro. Ti affidiamo i poveri che spesso mancano del necessario per vivere. Quasi sempre sono vittime e non colpevoli. Aiutaci a prendere coscienza dello scandalo della fame nel mondo che diventa ancora più grave a causa delle spese per le armi. Madre della speranza, aiutaci a credere che un mondo migliore è possibile, che la pace si costruisce in modo artigianale, soprattutto con quei piccoli gesti compiuti con coraggio".

Temi introdotti durante la messa solenne in una Cattedrale, va detto, meno gremita del solito. "In questo tempo di Avvento siamo invitati a vigilare affinché i nostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Lo Spirito Santo che è sceso su Maria scende ora anche su ognuno di noi per alleggerire i nostri cuori e infondere in noi il coraggio di credere che un mondo diverso è possibile". "Papa Francesco - ha ricordato l’arcivescovo Gherardo citando la Fratelli Tutti - ci invita spesso a credere nella rivoluzione della tenerezza" che rende possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza.