Duccio Moschella
Cronaca

Don Gambelli arcivescovo, svelato lo stemma

Confermate le anticipazioni sulla cerimonia di ordinazione del prossimo 24 giugno, festa di San Giovanni. Attesi fedeli anche da Castelfiorentino e una delegazione di detenuti di Sollicciano. Il motto: "Tutto concorre al bene"

Don Gherardo Gambelli e il suo stemma episcopale

Don Gherardo Gambelli e il suo stemma episcopale

Firenze, 28 maggio 2024 – “Omnia cooperantur in bonum” (“Tutto concorre al bene”): già daI motto scelto da don Gherardo Gambelliarcivescovo eletto di Firenze, emerge un’indicazione pastorale netta. Le immagini sullo stemma confermano una vocazione missionaria e caritativa, attenta a tutti. Don Gherardo sarà ordinato il 24 giugno, festa del patrono San Giovanni, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore: come largamente anticipato su La Nazione di domenica 26 maggio, la liturgia inizierà alle 10,30 e sarà preceduta alle 10, alla Loggia del Bigallo, dal saluto di don Gambelli alle autorità e dal benvenuto dell’attuale sindaco di Firenze, Dario Nardella, e alle 10,20, in Battistero, dalla preghiera a San Giovanni Battista e dalla consueta offerta dei Ceri da parte del Comune e della Società di San Giovanni. L’ordinante principale sarà il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo uscente e fino ad allora amministratore apostolico, co-consacranti il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia, già rettore del seminario dove si è formato don Gambelli, monsignor Giovanni Roncari, vescovo di Grosseto, monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico in Anatolia, gesuita fiorentino, e monsignor Dominique Tinoudji, vescovo di Pala in Ciad dove don Gambelli è stato in missione per undici anni. Monsignor Dominique, fra l’altro, è stato dal 2005 al 2015 a Firenze per studiare e fare servizio pastorale, accolto come giovane sacerdote dal Centro missionario diocesano. Mentre frequentava la Facoltà teologica dell’Italia centrale è stato impegnato prima nella parrocchia di Santo Stefano in Pane e poi nelle parrocchie di San Lorenzo a Montegufoni e di San Pancrazio in Val di Pesa.. All’ordinazione di don Gherardo parteciperanno i vescovi toscani, e i vescovi fiorentini di altre diocesi italiane; sarà inoltre presente Polykarpos, arcivescovo ortodosso d’Italia ed esarca dell’Europa meridionale (in rappresentanza del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I). Alla celebrazione parteciperanno circa 300 sacerdoti, la deputazione di San Giovanni Battista e le altre rappresentanze legate alla festa del patrono, le autorità, i fedeli delle parrocchie fiorentine guidate da don Gambelli e quelli di Castelfiorentino, sua città natale; parteciperà anche una delegazione di detenuti di Sollicciano, dove don Gambelli è stato cappellano.

Vista la più che probabile massiccia affluenza, sono attese 3.000 persone, oltre ai maxischermi, interni e sul sagrato, diretta streaming sui canali della diocesi e di Toscana Oggi e la diretta su Radio Toscana. Nel pomeriggio le visite al Meyer e alla Caritas.

Tornando allo stemma, presentato oggi e che sarà issato sulla facciata del palazzo arcivescovile a cura dell’Opera del Duomo il 24 giugno, don Simone Pifizzi ha collaborato all’ideazione dell'immagine, realizzata dal grafico araldista Giuseppe Quattrociocchi. 

L’arcivescovo Gambelli ha scelto come motto episcopale le parole della lettera ai Romani: “Omnia cooperantur in bonum” sintesi del brano: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno”.

Nello scudo, sormontato dal cappello prelatizio (il galero) di colore verde, il giglio di Firenze, il pallio degli arcivescovi metropoliti che don Gherardo riceverà il 29 giugno nella solennità di San Pietro e Paolo dalle mani di Papa Francesco, e tre immagini particolarmente significative: nel primo terzo in alto a sinistra, si legge nella descrizione firmata da don Pifizzi, “è rappresentato in campo azzurro un monte all’italiana costituito da tre colli, sormontato dai una stella ad 8 raggi, il tutto di argento. L’azzurro è il colore del cielo e rappresenta le virtù più elevate; è il colore mariano per eccellenza. In questo terzo sono rappresentate le Parrocchie “mariane” guidate come parroco da don Gherardo, ovvero la Madonna della Tosse (i 3 colli del monte rappresentano le 3 arcate del portico sulla facciata della chiesa) e l’Immacolata a Montughi (la stella e il metallo argento, simbolo di purezza). Nel secondo terzo a destra  è rappresentata la parrocchia di Santo Stefano in Pane a Rifredi. Il rosso è il colore del martirio e della carità. Il pane spezzato – oltre a richiamare il titolo della parrocchia – rappresenta il Pane Eucaristico e il Pane della Parola, che sono il cuore del ministero di monsignor Gambelli; richiama anche la condivisione fraterna con i poveri e con i lontani, racchiudendo quindi in sé anche l’esperienza missionaria vissuta dal nuovo arcivescovo in Ciad".

“La parte centrale dello stemma è costituita da un particolare attributo araldico detto “cancellato”, composto da più elementi che vanno a creare una grata stilizzata. Questa particolare figura, – conclude don Pifizzi nella sua esegesi – oltre a richiamare il ministero di cappellano del carcere, svolto da don Gherardo fino al momento della nomina, rimanda anche alla comunità di Castelfiorentino e alla sua Patrona, Santa Verdiana (il metallo oro e lo smalto azzurro erano usati anche nello stemma della famiglia Attavanti, di cui faceva parte Verdiana), dedita alla penitenza e alla solitudine, che per 34 anni visse reclusa in una celletta costruita dai suoi concittadini – che non volevano farla allontanare dal paese – sulle rive dell’Elsa”.