GIOVANNI SPANO
Cronaca

Firenze, terrorismo internazionale, blitz in città. Arrestato operaio trentenne

Il ritmo ’low profile’ del 23enne pakistano monitorato dalla Digos fiorentina da 6-8 mesi. "Poco telefono e poco web" per non farsi tracciare

Digos

Firenze, 8 giugno 2022 - La vita tranquilla e anche un po’ dimessa del terrorista islamico della porta accanto accusato di essere legato al suo connazionale che il 25 settembre 2020 a Parigi attaccò l’ex sede della rivista satirica Charlie Hebdo. Il giovane pakistano ventitreenne arrestato ieri alle 3 in un appartamento di via San Zanobi lavorava come operaio metalmeccanico in una ditta di Figline Incisa. In regola col permesso di soggiorno, era stato assunto di recente a tempo determinato. E ogni giorno faceva il pendolare sull’asse Firenze-Valdarno spostandosi in treno o altri mezzi pubblici. Partiva la mattina molto presto, intorno alle 5. Alle 18 usciva dalla fabbrica e si metteva sulla via del ritorno. Tornava in quella sorta di ’casa comune’ condivisa con altri suoi connazionali provenienti dalla medesima zona del Paese, il Punjab, posta a cavallo della frontiera tra India e Pakistan.

E’ stata la Digos fiorentina ad arrestarlo ben prima dell’alba, ora tradizionale delle irruzioni. Cinturata con discrezione e cautela la zona, la Digos l’ha colto di sorpresa, nel sonno insieme ai suoi ’fratelli’. Tutti regolari a livello di permessi di soggiorno. Nessuna arma al seguito: quelle peraltro che il gruppo di associati è accusato di aver tentato di acquist are.

Il 23enne non è l’unico pakistano che era ricercato a Firenze: ce ne sono sembra almeno altri due. Insieme agli altri tredici connazionali arrestati martedì il giovane pakistano-fiorentino è accusato dalla procura di Genova di appartenere a un Gruppo – Al-Gabbar – che "promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico". Terrorismo di matrice jihadista. Scopo dei gruppi jihadisti, creare uno stato islamico governato da una sola legge. Quella islamica: la Sharia. Niente democrazia e parlamenti eletti: credono che Dio sia l’unico legislatore.

L’indagine ha preso consistenza da quando, aprile 2021, ha fatto rientro in Italia uno dei principali indagati che due mesi prima era stato arrestato nel Paese transalpino per porto in luogo pubblico di un grosso coltello. Prima ci sono stati i filmati girati sul web in cui i soggetti individuati in Italia maneggiavano armi con richiami alla guarra santa.

Poi il trasferimento in Europa. E in Italia. Il 23enne era a Firenze da tempo, c’è chi sostiene anche da più tempo rispetto agli ultimi 6-8 mesi durante i quali è stato ’attenzionato ’dalla Digos fiorentina guidata dal dirigente Domenico Messina. In questo periodo è stato intercettato, telefono e web. Però parlava e ’navigava’ poco pare. Vita sociale quasi nulla si direbbe: il ’nostro’ teneva un profilo medio-basso. Ma il monitoraggio è stato continuo e anche più tradizionale: gli investigatori hanno controllato ogni passo del 23enne, anche in azienda, anche quando andava a mensa per la pausa pranzo. Per non rischiare di dare minimamente nell’occhio la polizia si è avvalsa molto anche del servizio di guardiania della ditta, circostanza imprescindibile oggi che si esige sempre più sicurezza. La guardiania non armata aiuta anche laddove si possono verificare ingressi di persone non autorizzate.