Firenze, 5 agosto 2023 – “Lo zio di Kata era tra i più pericolosi all’interno dell’ex Astor”. A scriverlo è il giudice per le indagini preliminari di Firenze nell’ambito dell’arresto dell’uomo e di altre tre persone, in un’inchiesta che in qualche modo si intreccia con la scomparsa della piccola Kataleya avvenuta il 10 giugno.
I quattro arrestati nell'ambito dell'inchiesta della Dia in cui è finito in carcere Abel Alvarez Vazsquez, detto Dominique, 29 anni, lo zio di Kata, la bambina scomparsa a Firenze, avrebbero infatti agito "creando letteralmente un clima di terrore nelle vittime delle violenze", cioè gli occupanti dell'ex hotel Astor. Lo scrive il gip Angelo Antonio Pezzuti nell'ordinanza di custodia cautelare.
"Non va trascurata l'utilizzazione di mazze o di sbarre per picchiare i malcapitati - si legge nel provvedimento - e per sfondare le porte delle camere, il tutto mentre pronunciavano minacce di morte".
Per comprendere la "pericolosità" degli indagati "va rilevato che non hanno cessato nelle loro condotte e anzi le hanno incrementate benché prima del 28 maggio (giorno del raid punitivo, ndr) e successivamente nel corso della stessa aggressione più di una vittima abbia invocato l'intervento delle forze dell'ordine. Peraltro la polizia e i carabinieri erano intervenuti prima del 28 maggio".
Abel Alvarez Vazsquez sarebbe il braccio destro di Carlos Martin De La Colina Palomino, 37 anni, noto a tutti nell'ex Astor solo come 'Carlos’, colui che si atteggiava a capo della struttura e che avrebbe gestito secondo le accuse il racket degli affitti. Carlos diceva di essere "il duegno", il "proprietario dell'Astor”.
Tra gli elementi cui il giudice ha dato peso, anche i precedenti di Carlos, che in passato è stato denunciato dalla figlia per minacce e lesioni personali: le avrebbe intimato di lasciare l'hotel Astor, "altrimenti le avrebbe dato fuoco e l'avrebbe uccisa per poi colpirla con un ferro da stiro".