Arriva lo psicologo di base: "È una figura importante come i medici di famiglia"

Maria Antonietta Gulino, presidentessa dell’Ordine degli psicoterapeuti "La prevenzione è utile anche nel limitare gli accessi al pronto soccorso".

Arriva lo psicologo di base: "È una figura importante come i medici di famiglia"

Arriva lo psicologo di base: "È una figura importante come i medici di famiglia"

La legge che istituisce lo psicologo di base non c’è ancora, ma qualcuno ha già recepito ciò che la Commissione affari sociali della Camera ha definito come testo base: “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”. Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana lo stanno sperimentando nelle case di comunità. Ma di cosa si tratta? Ne parliamo con la dottoressa Maria Antonietta Gulino, presidentessa dell’Ordine degli psicologi della Toscana e componente del Consiglio nazionale.

Dottoressa Gulino, che cosa è lo psicologo di base?

"In senso comune si può dire che abbia la stessa valenza del medico di base. Si tratta di un intervento di primo livello per una valutazione del disagio di natura psicologica, che sia in un adolescente o in un adulto e perfino in una coppia".

L’attuazione del servizio è vicina?

"Purtroppo nei nostri servizi pubblici i dirigenti psicologi sono molto pochi a fronte di una richiesta diventata altissima. Pensi che i colleghi degli studi privati ci dicono che in un anno l’aumento è stato del 73%. Per questo è ancor più necessario l’aumento degli psicologi nel servizio pubblico".

Come funzionerebbe l’assistenza primaria sul territorio?

"Il paziente sarà indirizzato al servizio di prossimità nelle case di comunità dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Il professionista psicologo lo visiterà e lo potrà inviare ai servizi del territorio per un intervento di secondo livello".

In quante sedute si può definire una diagnosi?

"Tre-cinque sedute. Si potrebbe anche riuscire a intervenire prima di affidare il paziente a un secondo livello".

Anche nel caso della malattia psicologica la prevenzione è importante?

"Senz’altro. Si può capire da un attento esame che cosa non funziona e questo può servire anche, ad esempio, ad evitare accessi ai pronto soccorso, sempre in grande collaborazione col medico di base o il pediatra".

Lei ha parlato di uno smisurato aumento di richieste: questo che cosa significa? Ci deve fare preoccupare?

"Parte della nostra popolazione, soprattutto la fascia fra i 13 e i 20 anni, stava soffrendo moltissimo già prima della pandemia di Covid. Il lockdown ha creato ulteriori problemi, soprattutto aumento dell’ansia e delle paure, per i giovani le lezioni in dad sono state frustranti. Invece gli adulti si sono trovati poi a combattere con i problemi legati al lavoro e ne è venuto fuori un panorama difficile".

Non è che lo psicologo induca qualche timore, costringa il giovane a sentirsi “malato”?

"No, la terapia con un professionista competente soprattutto per la fascia di età fra i 15 e i 30 anni alleggerisce la situazione, fa condividere le proprie ansie".

La famiglia non può essere uno psicologo più conveniente?

"Nella famiglia troviamo molta solitudine. I genitori vanno di corsa anche loro, l’ascolto è più fugace. Non è lo stesso di chi è per mestiere competente nella materia".

E qual è il male principale di questa società che influisce sulla nostra psiche?

"La solitudine".

Riccardo Jannello