"Nemmeno un treno locale in meno". L’assessore regionale ai trasporti Stefano Baccelli non perde tempo: se i francesi di Sncf, la Trenitalia d’Oltralpe, sbarcheranno in Italia per fare concorrenza a Frecciarossa e Italo con i loro treni Tgv M a due piani, non dovranno incidere sul trasporto regionale. Il paletto è tassativo e pone subito un problema concreto per una linea che è già satura.
Passo indietro. Sembra che nel 2026, come è già successo in Spagna, Sncf aggredirà il mercato italiano dell’alta velocità. L’idea è quella di servire le grandi città, ma anche di utilizzare il nodo di Firenze. La società ferroviaria transalpina, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, vorrebbe garantire nove viaggi giornalieri di andata e ritorno tra Torino, Milano, Roma e Napoli e quattro viaggi di andata e ritorno tra Torino e Venezia, che saranno effettuati con 15 nuovi treni ad alta velocità Tgv M. L’offerta di Sncf aumenterebbe in modo graduale, proprio come è avvenuto in Spagna, e l’intenzione è quella di servire anche Brescia, Verona, Padova, Bologna e Firenze. Con lo sbarco dei francesi, gli operatori nell’alta velocità ferroviaria italiana salirebbero dunque a tre: Fs, Italo e Sncf. Per i consumatori si tratta potenzialmente di una buona notizia, perché le tariffe in Spagna si sono abbassate. La domanda però è questa: dove circoleranno i nuovi treni a Firenze se la rete è già satura adesso e il nodo Tav sarà pronto solo dopo tre anni, se i tempi saranno rispettati, rispetto allo sbarco in Italia di Snfc? "Al momento sembra che non ci siano certezze sulla data di ingresso nel mercato della società francese, perché non risulterebbero richieste formali – spiega ancora l’assessore Baccelli – Sicuramente la rete qui è già piena e quindi gli operatori, vecchi e nuovi, dovranno dividersi le tracce esistenti. Per quanto ci riguarda vanno tutelate le tratte regionali, non vogliamo rinunciare a nulla rispetto all’offerta attuale e su questo punto saremo vigili".
Rete satura, nessun treno regionale in meno e più convogli per l’alta velocità: come sia possibile un incastro simile sulla rete attuale assai prima di avere i nuovi binari dedicati al trasporto veloce è un bel dilemma. Il presidente Ditecfer Daniele Matteini, in un’intervista a La Nazione, ha spinto per gli investimenti in tecnologia con l’obiettivo di rendere la rete meno fragile rispetto a quella attuale. Segnalamento, migliore elettrificazione, sistemi di emergenza più diffusi ed efficaci senz’altro possono aiutare a gestire il traffico, ma Sncf è un colosso e c’è da aspettarsi una crescita progressiva dell’offerta e della presenza in Italia, se è vero che l’obiettivo è conquistare una quota di mercato del 15% entro il 2030, ovvero in soli quattro anni rispetto alla presunta data di esercizio. Sulla carta si procede davvero ad alta velocità, mentre la linea dedicata alla Tav a Firenze, senza intoppi, dovrebbe entrare in esercizio nel 2029. Un gap che preoccupa.
Leonardo Biagiotti