OLGA MUGNAINI
Cronaca

Arte e potere. In mostra la forza di Michelangelo

L’esposizione di documenti e opere di Buonarroti apre domani a Firenze nelle sale di Palazzo Vecchio.

Arte e potere. In mostra la forza di Michelangelo

Da sinistra Giovanni Bettarini, Cristina Acidini, Sara Funaro e Sergio Risaliti

Scultore, architetto, pittore, poeta. Ma anche grande uomo di potere, che esercitava attraverso la sua arte, il suo genio. Scontroso, irascibile, ribelle, Michelangelo ha sempre avuto un rapporto privilegiato e conflittuale con papi, cardinali e regnanti, a cominciare dai Medici, che da una parte lo adorarono, ma che dall’altra non si peritarono a dargli la caccia per le sue idee “repubblicane“ .

E’ questo l’aspetto che le opere e i documenti legati al Buonarroti raccontano nella mostra che si apre domani a Palazzo Vecchio (fino al 26 gennaio) nelle Sale dell’Udienza e dei Gigli, curata da Cristina Acidini e Sergio Risaliti, dal titolo non a caso “Michelangelo e il Potere“. Il risultato è un entusiasmante affresco dell’epoca, dove alcuni capolavori del grande artista assumono un rinnovato valore semantico, fra cui il busto di “Bruto“ in prestito dal Bargello.

"È quel che accade con questa mostra, che Sergio Risaliti ha progettato con cura e che, con tutti gli esperti della Casa Buonarroti, volentieri abbiamo sostenuto con prestiti di disegni e documenti michelangioleschi: perché lo stesso Palazzo Vecchio, dal Medioevo a oggi sede del potere cittadino - spiega Cristina Acidini –, invita a rileggere in questa chiave la vita e le opere di Michelangelo, a partire dal Bruto, che prima ancora d’essere un capolavoro è una dichiarazione di schieramento politico".

Ma “Michelangelo e il Potere“ ricorda anche l’audacia e la schiettezza nel pronunciare opinioni e giudizi anche severi, che venivano seguiti, citati, tramandati. "Bastò che definisse “gabbia da grilli” la loggetta sotto la cupola di Brunelleschi - prosegue Acidini -, perché subito la costruzione venisse interrotta e il lavoro tolto al povero Baccio d’Agnolo. Oggi lo definiremmo un temibile opinion maker, un potente influencer".

"Lo sguardo fiero del Bruto, uccisore di Cesare, ricorda per fuoco interiore quello del David di piazza Signoria - aggiunge Sergio Risaliti – e con quello può aver condiviso, nelle intenzioni dell’artista e dei committenti, la funzione simbolica di difensore della Repubblica Fiorentina".

L’allestimento in sala dei Gigli ricrea il fitto reticolo di incontri, confronti e scontri di Michelangelo con il potere, disegnando una sorta di costellazione di ritratti di uomini e donne illustri: Girolamo Savonarola di Fra’ Bartolomeo e di Pier Soderini attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio, oltre a quelli di Cosimo I in armatura del Bronzino, di Vittoria Colonna, del Cardinale Reginald Pole con Paolo III e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Innocenzo Cibo, sempre del Bugiardini. Molte le opere concesse da Casa Buonarroti, tra cui un disegno con Torso di nudo di spalle, studio per la Battaglia di Cascina (che rinvia alla committenza di Pier Soderini, il gonfaloniere che volle il David ai piedi del Palazzo del governo), disegni di fortificazioni, eseguiti nel periodo dell’assedio di Firenze al servizio della Repubblica, e disegni per la Basilica di San Lorenzo e per la Biblioteca Laurenziana, che narrano invece il rapporto con i papi Medici, Leone X e Clemente VII.

Per dare contezza delle storie leggendarie, relative a due opere giovanili perdute, del Fauno e dell’Amorino dormiente, sono esposte le sculture inedite attribuibili a scultori del Cinquecento, di collezioni private. Organizzata da Mus.e., con allestimento dell’architetto Guido Ciompi, la mostra è stata presentata ieri dalla sindaca di Firenze Sara Funaro e dall’assessote alla cultura Giovanni Bettarini.