REDAZIONE FIRENZE

"Assenza pesante" al Forum sul Mediterraneo

Cara Direttrice, nei miei dieci anni da sindaco ho avuto la fortuna di essere testimone del rapporto tra Papa Francesco e...

Dario Nardella, europarlamentare già sindaco di Firenze, con Papa Francesco durante un’udienza in Vaticano

Dario Nardella, europarlamentare già sindaco di Firenze, con Papa Francesco durante un’udienza in Vaticano

Cara Direttrice, nei miei dieci anni da sindaco ho avuto la fortuna di essere testimone del rapporto tra Papa Francesco e Firenze, un rapporto vero, diretto e intenso, come sapeva essere il Pontefice in ogni aspetto della sua vita. Francesco ha lasciato nella nostra città e nella Chiesa italiana un segno indelebile con la sua visita pastorale del 10 novembre 2015 a poco più di due anni dall’inizio del suo pontificato e quasi trent’anni dopo la visita di Giovanni Paolo II. Negli anni a seguire il Papa ha esortato a riprendere il ’discorso di Firenze’ che lui stesso definì "con l’Evangelii Gaudium il piano della Chiesa italiana". Francesco sferzò i vescovi Italiani nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore spingendoli a donarsi agli ultimi, a vivere una dimensione di totale umiltà e misericordia. Nei suoi discorsi Firenze era presente spesso attraverso la figura di Giorgio La Pira, il ’sindaco santo’ che lui amava. Lo citò nell’introduzione dell’incontro in Vaticano con i sindaci di tutte le città più importanti del mondo nel luglio del 2014. I sindaci erano per lui gli interlocutori politici privilegiati perché i più vicini alla gente. Con noi volle condividere la sua riflessione sull’Enciclica ’Laudato Sii’ parlando del rapporto diretto dell’uomo con tutto il Creato e con il suo creatore, che Dante Alighieri chiamava in uno dei versi più belli che siano mai stati scritti ’l’amor che move il sole e l’altre stelle’, come ricorda lo stesso Papa nell’enciclica. Dante, La Pira, Firenze echeggiano spesso nelle parole del Santo Padre che nelle diverse occasioni di incontro mi ricordava sorridendo che tutti i sindaci di Firenze dovevano essere i successori di La Pira. C’è un filo rosso che collega l’Umanesimo alla sua idea originale dell’ecologia integrale e all’amore per gli ultimi che lui vedeva nella testimonianza di un altro grande fiorentino come Don Milani. Rimarrà storica la sua salita alla Tomba del prete di Barbiana. Ancora una volta, quel 20 giugno del 2017, il pontefice disse "La Chiesa è proprio questa". Nella vicenda che lo lega a Firenze c’è anche il forum sul Mediterraneo dei vescovi e dei sindaci del febbraio del 2022. Un evento storico sulle orme dei dialoghi del Mediterraneo del ’sindaco Santo’, fortemente voluto con l’allora presidente dei vescovi italiani Cardinal Bassetti e con l’Arcivescovo di Firenze Betori. Poche settimane prima di quell’attesissimo appuntamento a Roma il Papa mi salutò dicendo "ci rivedremo a Firenze!" Così non fu. La sua assenza nel giorno conclusivo che vide la partecipazione in Santa Croce anche del presidente della Repubblica Mattarella, provocò stupore e tristezza negli organizzatori e nelle migliaia di fedeli che lo attendevano in piazza. Qualche giorno dopo un quotidiano scrisse che la sua scelta fu in polemica con la presenza dell’ex ministro Minniti. Molti di noi avremmo preferito che il Papa non avesse rinunciato a partecipare e anzi, fosse venuto a Firenze eventualmente a spiegare, come sapeva fare lui con parole dirette, il perché del suo disappunto. Del resto siamo stati abituati ai suoi modi sempre così umanamente impulsivi e genuini, anche nel rapporto inquieto e di amore con la Chiesa.

Dario Nardella Europarlamentare Pd, già sindaco di Firenze