Associazione Nazionale Commercialisti: “Indispensabile proroga scadenza per l'adesione al concordato preventivo biennale”

“Si rischia una bassa adesione da parte delle partite Iva se non verrà concessa la proroga a fine novembre del termine entro cui aderire”

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Agenzia delle Entrate

Firenze, 1 ottobre 2024 – Il Concordato Preventivo Biennale è lo strumento principale, assieme al ravvedimento speciale per gli anni dal 2018 al 2022, con cui il Governo intende fare gettito e costruire la prossima manovra finanziaria, ma “rischia una bassa adesione da parte delle partite Iva se non verrà concessa la proroga a fine novembre del termine entro cui aderire”, a dare l'allarme l'Associazione Nazionale Commercialisti di Firenze.

“Manca infatti il tempo” - continua ANC - “per fornire ai clienti informazione e supporto, le norme sul concordato sono molto articolate e dense di variabili e impongono di intervenire sartorialmente sulla posizione fiscale di ogni contribuente per evitare scelte azzardate e conseguenze negative”.

Concordare un imponibile fisso sul quale saranno calcolate le tasse relative ai prossimi due anni (solo uno per i forfettari) , ed evitare eventuali accertamenti: questa la proposta dell'Agenzia delle Entrate che imprese, autonomi e professionisti che applicano gli indici di affidabilità fiscale (c.d. Indici ISA) e che aderiscono al regime forfettario hanno ancora un mese di tempo per accettare o rifiutare.

Nelle ultime settimane, a più riprese, sono stati forniti chiarimenti sulle novità introdotte dal governo. Quella contenuta nel decreto Omnibus è l'ennesima;“la presentazione di un emendamento al decreto legge n. 113/2024 (Decreto Omnibus) riguardante il concordato preventivo biennale fa sì che il termine del 31 ottobre per l’adesione da parte dei contribuenti coinvolti sia assolutamente inadeguato. “ , sottolinea l'Associazione Nazionale Commercialisti di Firenze.

L'emendamento prevede, per quei contribuenti che entro il 31 Ottobre dovessero decidere di accettare la proposta dell'Agenzia delle Entrate, la possibilità di mettersi in regola con il fisco riguardo ai redditi non dichiarati tra il 2018 e il 2022, un “ravvedimento speciale” appunto.

Al di là delle considerazioni politiche sulla bontà della misura, è impossibile non rilevare l'esiguo tempo a disposizione affinché il contribuente possa comprenderla a pieno, data la complessità. A “sanare” i redditi dichiarati sarà infatti un'imposta sostitutiva dell'Irpef calibrata sugli indici di affidabilità fiscale, e calcolata in base alla differenza del reddito di impresa o di lavoro autonomo già dichiarato e l'incremento dello stesso in ciascuna annualità. Chi ha un punteggio Isa pari a 10 dovrà pagare il 5%, chi tra 9 e 10 il 10%, chi tra 6 e 8 il 20%, chi tra 4 e 6 il 30%, il 40% tra 4 e 3 e il 50% sotto il 3. La somma, su cui non saranno calcolati né interessi né sanzioni, potrà essere versata in un'unica soluzione entro il 31 marzo 2025 oppure a rate, fino a un massimo di 24.

“Questa, assieme a tutte le modifiche che il concordato preventivo biennale ha subito da quando come istituto è entrato a far parte della macchina fiscale del Paese, “- commenta l'Associazione Nazionale Commercialisti di Firenze - “rendono assolutamente necessaria una proroga della data di scadenza per l'adesione che, ancora una volta, consenta al contribuente di valutarne con piena consapevolezza l'eventuale convenienza.”