Firenze, 7 febbraio 2025 – Nuova vita per l’ex hotel Astor? I presupposti sembrano esserci. L’immobile che si affaccia sia su via Maragliano che su via Boccherini, tragicamente finito al centro delle cronache nazionali dopo la scomparsa della piccola Kata, era stato messo all’asta a fine ottobre scorso. La vendita, telematica, era stata calendarizzata per le 11 di ieri e già nel primo pomeriggio era già tutto concluso. Aggiudicata. Così recita il sito convenzionato astalegale.net, al quale rimanda il portale del tribunale di Firenze, in merito allo stato della gara. Il professionista delegato alla vendita Gabriele Romoli, da noi contattato, ha preferito mantenere il massimo riserbo sull’esito. Ma la dicitura riportata dal sito specializzato non lascia spazio a molte interpretazioni.
Aggiudicata. Questo vuol dire che, a dispetto di quelle che sono le pessime condizioni dell’immobile, c’è stata almeno un’offerta o, nel caso ne siano pervenute più di una, ha vinto la proposta più alta. Il valore dell’immobile, ricordiamolo, è stimato poco sopra i 2 milioni; 1,5 milioni e spiccioli, invece, era la base minima per pensare di ottenere la “piena ed esclusiva proprietà”. L’aggiudicazione è ovviamente da intendersi provvisoria fino alla firma dell’atto notarile. L’aggiudicatario, infatti, è tenuto a saldare il pagamento entro 120 giorni; altrimenti il giudice dell’esecuzione farà decadere il tutto e a quel punto verrà fissata una nuova vendita.
Nuove prospettive, dicevamo, si aprono per un immobile diventato negli anni simbolo di degrado e di mistero, dal passato a dir poco tumultuoso. Da albergo a tre stelle, tra l’altro in una posizione strategica, a metà strada tra il centro e l’aeroporto, dopo la pandemia è diventata “casa” illegittima di un centinaio di persone, teatro di un’occupazione abusiva, nonché di un tentato omicidio e della scomparsa della bimba peruviana. Nel mezzo c’è stato il procedimento gestito dal giudice Patrizia Pompei, iniziato nel 2021, che ha portato al pignoramento.
Impossibile parlare dell’ex Astor senza pensare a quel 10 giugno 2023, quando di Kata si sono perse completamente le tracce. Anche perché la struttura porta gli evidenti segni delle ricerche disperate, cui hanno collaborato anche i gruppi speciali dei carabinieri, i ’cacciatori’ specializzati nei sequestri di persone, chiamati a rivoltarla come un calzino per cercare qualsiasi indizio o escludere la presenza della bimba in ogni anfratto. Il risultato è che oggi l’immobile, sviluppato su tre piani e con 57 camere, è tutto da rifare.
La perizia allegata alla procedura d’incanto, con tanto di foto allegate, parla chiaro: l’albergo “versa in uno stato di gravissimo degrado con pareti, controsoffitti e impianti quasi interamente demoliti e/o pericolanti; con cumuli di macerie (composte anche da cosiddetti ’rifiuti speciali’) e necessita di una ristrutturazione totale al fine di renderlo nuovamente agibile”. La consulenza disposta dal tribunale, effettuata nel maggio scorso, aveva inoltre messo in evidenza alcune difformità: “Il magazzino esterno separato dal corpo di fabbrica principale, al quale si accede dal resede esclusivo, è stato trasformato senza titolo in due camere, ciascuna dotata di bagno”, mentre al piano terreno e al piano interrato “si sono riscontrate alcune variazioni alla distribuzione interna degli spazi, operate con la realizzazione di tramezzature in cartongesso e/o muratura (che, per altro, risultano parzialmente demoliti”.
Insomma, se dalle macerie rinascerà un nuovo albergo o altro è ancora troppo presto per dirlo. Di sicuro chi ci ha messo gli occhi addosso avrà un gran lavoro da fare.