BARBARA BERTI
Cronaca

Quelle notti da brivido. Minacce, sputi e paura: “Noi soli in cabina alla guida della tramvia”

“Le fermate in zona Novoli e Santa Maria Novella le più pericolose”. E oggi Cobas in sciopero: tramvia non garantita dalle 21 in poi

Un autisti della tramvia racconta i pericoli che affronta ogni giorno, specialmente nelle ore notturne

Un autisti della tramvia racconta i pericoli che affronta ogni giorno, specialmente nelle ore notturne

Firenze, 30 aprile 2025 – “Il turno di notte? No, grazie”. Tra gli autisti della tramvia di Firenze è sempre più frequente la richiesta di un cambio turno per evitare di lavorare nelle ore notturne, specialmente nel fine settimana quando Sirio circola fino alle due. E l’ultimo episodio di violenza si è verificato proprio sabato scorso, dopo le 23 alla fermata Belfiore. A farne le spese una giovane autista ’sequestrata’ da un balordo che, con insistenza, chiedeva del denaro. Un episodio che ha portato il sindacato Cobas a indire quattro ore di sciopero per la giornata di oggi. Nello specifico – come fa sapere Gest – dalle 21 in poi il servizio non sarà garantito.

“Non ci sentiamo sicuri, specialmente le colleghe donne preferiscono lavorare con la luce del sole anche se, ormai, le aggressioni o altri episodi di violenza accadono, con troppa frequenza, in ogni momento della giornata” racconta il tranviere Mario – nome di fantasia per tutelare il lavoratore – che da circa un anno e mezzo è dipendente della Gest. Trentun’anni, fiorentino, Mario mette in conto che ogni notte può accadere qualcosa di spiacevole. Ed è per questo che, se può, cambia turno rinunciando anche alla maggiorazione del notturno e ai bonus welfare.

“Dalle 22 in poi il Far West: la situazione diventa problematica sia per la quantità di persone che un solo conducente deve gestire sia per la ’qualità’ dei passeggeri” racconta ancora Mario. “Perché i controlli della Poltramvia fortunatamente ci sono ma si concentrano in ’orari d’ufficio’, nelle ore centrali della giornata, per intenderci. E soprattutto sono ’limitati’ al tratto Fortezza-San Marco e viceversa” dice l’autista secondo cui gli agenti dovrebbero salire a bordo la sera quando “il servizio di trasporto si riempie di balordi e soggetti poco raccomandabili”. C’è chi si distende sui sedili come se fosse sul divano di casa, chi sputa a terra, chi spintona, chi tenta di rubare portafogli o altro. “Un caleidoscopico carosello di personaggi poco raccomandabili che, oltre a disturbare o importunare gli altri passeggeri, aggrediscono anche noi lavoratori” continua il conducente.

Per chi guida il tram i pericoli maggior si verificano al capolinea dove “i controlli sono pari a zero. Ricordo che l’estate scorsa un collega è stato aggredito alla fermata di Careggi da un gruppetto di stranieri: è stato preso a bottigliate. Un fatto vergognoso” tuona Mario. Poi spiega: “Il capolinea è ’sensibile’ in quanto è il momento in cui noi conducenti cambiamo posto di guida e dobbiamo, quindi, lasciare la cabina”. Ma anche quando i conducenti sono chiusi in cabina di guida la sicurezza non è tutelata.

“Certo, siamo più sicuri rispetto ai colleghi che guidano l’autobus. Ma la paura c’è” ammette Mario spiegando che durante un turno di lavoro si possono verificare situazioni, più o meno importanti, che richiedono di lasciare il comando. “La collega aggredita sabato scorso aveva lasciato la cabina di guida in seguito a una richiesta di soccorso e, invece, è stata aggredita – dice Mario –. Anche in caso di guardo siamo tenuti a lasciare la cabina e controllare l’accaduto e, possibilmente, risolvere il problema”. Insomma, anche interventi che non rientrerebbero nelle mansioni di un autista.

Secondo il conducente, poi, ci sono fermate e tratte dove le possibilità di eventuali pericoli sono più elevate “sia per noi lavoratori sia per l’utenza”. La linea T2, per esempio, “è più pericolosa nella zona di Novoli perché non sai mai cosa ti porti a bordo”. Stesso discorso vale per la zona della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella.

“Lungo il tragitto della T1 le fermate più pericolose sono quelle di Paolo Uccello, Cascine, Alamanni, Valfonda e Strozzi-Fallaci” racconta ancora l’autista secondo cui, oltre a più controlli, serve un cambio di mentalità: “Va rivisto l’approccio al servizio, perché lavorare in questo modo diventa ogni giorno più difficile”.