Autonomia differenziata. C’è la protesta dal basso

La Cgil guida la sinergie di associazioni. Lettera al presidente regionale

Autonomia differenziata. C’è  la protesta dal basso

Autonomia differenziata. C’è la protesta dal basso

Mobilitazione dal basso contro l’autonomia differenziata. La Toscana scende in campo.

Si è costituito il Comitato toscano promotore de la Via Maestra in difesa della Costituzione repubblicana, a cui hanno aderito per ora le strutture regionali di Cgil, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Acli, Anpi, Arci, Libera, Legambiente e Cnca (Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza). Obiettivo de la Via Maestra toscana, spiega una nota, è quello "di sensibilizzare la società toscana sui rischi insiti nella legge sull’autonomia differenziata presenti nella Legge Calderoli approvata nei giorni scorsi in Parlamento". Una legge "che costituisce un attacco all’unitarietà dei diritti civili e sociali fondamentali dei cittadini e cittadine, destinata ad ampliare in maniera irreversibile le diseguaglianze e i divari esistenti e a ridurre ulteriormente la capacità del sistema pubblico di garantire servizi essenziali e universali alla popolazione". Come primo atto politico è stata inviata una lettera al presidente della Regione Eugenio Giani "per chiedere un incontro in cui affermare e riaffermare la contrarietà sia alla legge sull’autonomia differenziata che a quella sul premierato, e invitare la Regione Toscana a scendere in campo senza tentennamenti per contrastare il disegno di rottura dell’unità nazionale e di svuotamento autoritario del ruolo del parlamento". Non è tempo di stare "con le mani in mano".

La società toscana "è pronta alla battaglia in difesa della Costituzione repubblicana antifascista". E’ stata annunciata inoltre la prima assemblea regionale dei Comitati territoriali de la Via Maestra toscana, che si svolgerà giovedì 4 luglio. Nell’intervista a La Nazione il governatore toscano Giani aveva puntualizzato riguardo la sua posizione inizialmente favorevole e poi nettamente contraria: "Il mio sì era ed è con inalterata passione per un regionalismo equo e solidale che nell’articolo 116 della Costituzione cerca di leggere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” per le specificità che ogni regione ha. Pensiamo in Toscana ai beni culturali, alla geotermia o alla rigenerazione urbana e dei borghi. Se invece si utilizza quell’articolo della Costituzione per acuire il divario fra nord e sud o stimolando l’autarchia delle 20 regioni, metterò tutto il mio impegno per evitarlo. È un’Italia che guarda al passato".