STEFANO BROGIONI
Cronaca

Rissa in carcere, il babbo di Kata ferito e minacciato di morte: chiesto il trasferimento

Firenze, aggredito assieme ad altri peruviani da detenuti marocchini ha riportato tumefazioni al volto. Più gravi gli altri connazionali

Miguel Angel Romero Chicclo

Firenze, 14 febbraio 2024 – Tre detenuti finiscono all’ospedale dopo una r issa senza esclusioni di colpi nella casa circondariale di Prato.

Forse sarebbe stata qualificata come la solita violenza in cella, se non fosse che tra i protagonisti dell’episodio, avvenuto nella giornata di sabato scorso, c’è anche Miguel Angel Romero Chicclo, il babbo della piccola peruviana scomparsa il 10 giugno dell’anno scorso dall’occupazione dell’hotel Astor di via Maragliano.

Il diverbio è divampato fra carcerati di origine peruviana e marocchina. Ad avere la peggio, i tre ospiti della Dogaia di origine sudamericana. Con ripercussioni sull’ordine interno del penitenziario: i detenuti peruviani avrebbero ricevuto anche minacce di morte e per questo avrebbero chiesto il trasferimento ad un altro penitenziario. Papà di Kata compreso.

La scintilla che avrebbe scatenato la rissa sarebbe un’incursione nei nordafricani nella camera occupata da Miguel Angel e gli altri suoi connazionali. I marocchini si sarebbero appropriati di alcuni indumenti e alla richiesta di spiegazione, in risposta sarebbero partite le botte, forse non soltanto a mani nude.

E tante, a giudicare dai referti: i tre detenuti, medicati al pronto soccorso, hanno riportato lesioni abbastanza serie. Uno quattro punti a un sopracciglio, uno l’incrinazione di una costola, il babbo di Kata tumefazioni al viso e una contusione al braccio.

La vicenda non pare collegabile alle vicissitudini personali di Miguel Angel Romero Chicclo (detenuto dallo scorso ottobre per l’aggravamento di una misura cautelare), quanto piuttosto al clima rovente che si respira nel carcere di Prato. Dove risse e ferimenti succedono abbastanza spesso e sovente coinvolgono detenuti di origine nordafricana.

Sul fronte delle indagini per la scomparsa della bambina - che ad aprile compirà sei anni - si respira un’aria di stallo.

Le piste trapelate in questi mesi - alcune delle quali suggerite dallo stesso Chicclo - non hanno trovato conferme nonostante l’infaticabile lavoro svolto da vari reparti dell’Arma dei carabinieri. E si avvia all’archiviazione anche la più concreta delle ipotesi sollevate dai pm della Dda fiorentina: quella che la bimba sia stata portata fuori dall’Astor dentro un borsone o una valigia. Nei tre trolley sequestrati e sottoposti alla prova del dna, non sono state trovate tracce biologiche di Kata.