
Baby gang, allarme a Firenze (Foto di repertorio)
Firenze, 12 febbraio 2023 – Da una scuola all’altra, per rapinare i coetanei, seminare paura, sentirsi forti, temuti e rispettati.
Hanno tredici, quattordici anni, ma girano già con un coltellino in tasca. E anche se il bottino ammonta a pochi euro, si chiamano ugualmente rapinatori.
L’ultimo episodio, ma che non pare affatto isolato, è avvenuto giovedì. Succede nel quartiere dell’Isolotto. I protagonisti, da una parte e dall’altra, sono studenti di due diverse scuole medie.
La vittima ha 12 anni. Si trova sulle panchine davanti all’ingresso, con gli amici. Arrivano i “bulli“: frequentano un’altra scuola media del quartiere, ma li conoscono, perché, avendo a loro volta amici nell’altro istituto, arrivano spesso lì. E mai con buoni propositi.
E pure stavolta, va a finire male. Sono più di uno, mettono nel mirino il malcapitato di turno e lo accerchiano. Anche se il “capobranco“, il più scafato e determinato, pare uno. Che prende in mano le redini di quella squallida situazione. Gli intima di dare i soldi. E l’iniziale resistenza del ragazzino è vinta anche dalla minaccia di un coltellino multiuso e da una stretta al collo.
Così, il ragazzino apre il suo portafoglio: dentro ci sono cinque euro e pure un dollaro, regalato dal nonno, a cui teneva molto. Sparisce tutto. Compresa la banconota americana. La famiglia è sconvolta. "Aveva mangiato un kebab a pranzo, in via Canova, ed era tornato a scuola - racconta il padre del ragazzino -. A un certo punto ricevo una sua telefonata: mi dice di andarlo a prendere. Non mi spiega cos’era accaduto, insiste però che andassi lì".
Perché è un’onta che si paga due volte: quando ti ritrovi in mezzo alla baby gang, e pure quando devi raccontare quello che è successo ai genitori.
“Piangeva, era terrorizzato - si sfoga ancora il padre - , ma queste cose non possono accadere. Bisogna parlarne, denunciarle, smuovere le acque prima che succeda qualcosa di ancora più grosso".
E’ stato avvisato il preside dell’istituto ed è stata chiamata anche la polizia. All’arrivo della volante il “capobranco“ si era già allontanato. Ma tutti sanno chi è. E conoscono la situazione difficile alle sue spalle. Ma non può essere un’attenuante.
Perché di queste situazioni, all’Isolotto, se ne sono già presentate altre. Ma non solo lì. Quello delle baby gang è un fenomeno dilagante, che non accenna ad attenuarsi. Anzi: l’asticella della violenza e del sopruso si alza sempre di più.
In una scuola di viale Morgagni, alla fine di gennaio, si è verificato una sorta di regolamento di conti durante il quale uno studente di 15 anni, ma che frequenta la terza media, è stato minacciato con il coltello, pestato, e alla fine anche derubato dello smartphone che era finito a terra nel parapiglia.
Quelli della baby gang sono andati a prenderselo direttamente all’uscita di scuola, determinati a dargli “una lezione“ che non era quella a cui aveva assistito fino al suono della campanella. La scena si è verificata nel perimetro dell’istituto. Il 15enne, infatti, stava uscendo ma quando ha visto chi c’era ad aspettarlo, è tornato indietro. E loro non hanno esitato a infilarsi dentro il cancello.
Il pestaggio è stato interrotto da un paio di insegnanti che stava sorvegliando il deflusso degli studenti e sono intervenuti per sottrarre la vittima alle botte.
"Ma mica siamo poliziotti, non siamo attrezzati per situazione del genere", ci ha raccontato uno di loro, volendo restare anonimo.