Firenze, 6 dicembre 2021 - Il prof del liceo Michelangiolo è accusato di violenza sessuale da una sua ex studentessa. Le accuse di un’altra, invece, sono state archiviate. Così com’è stata archiviata la querela per diffamazione del docente nei confronti della ragazza che aveva rivelato pubblicamente ciò che ci sarebbe stato tra loro. In mezzo a tutto questo, c’è anche un procedimento disciplinare in corso, che potrebbe portare, di pari passo all’esercizio dell’azione penale nei suoi confronti, a un trasferimento. Ipotesi, certo. Così come sono, al momento, soltanto accuse quelle mosse contro di lui da una sua ex allieva. Accuse che però, a breve, lo porteranno davanti al giudice.
In questi giorni, il pm Beatrice Giunti ha formalizzato mesi di interrogatori e riscontri della squadra mobile e ha recapitato al professore l’avviso di conclusione delle indagini. E’ il preludio della richiesta di rinvio a giudizio, anche se, formalmente, l’insegnante, 52 anni il prossimo gennaio, potrebbe giocarsi la carta di un interrogatorio. "Sono accuse infondate in fatto e in diritto. Lo dimostreremo già dall’udienza preliminare", dice il suo difensore, l’avvocato Gabriele Zanobini.
E’ una storia di cui avrebbero fatto comunque volentieri a meno, quella che ha per scenario il liceo Michelangelo, il Classico più famoso della città. In quelle aule, si sarebbe intrecciato nel tempo un triangolo psicologico e sentimenale con protagonisti il professore di lettere e, in tempi diversi, due sue studentesse. Anche se, per la procura, solo nel rapporto con la ragazza nata nel 2003, collocato tra il giugno del 2019 e il luglio del 2020, ovvero il più recente, ci sarebbe la violenza sessuale che anche la precedente “vittima“, assistita dall’avvocato Paolo Ghetti, aveva denunciato. Anzi, fu proprio lei, con una lettera anonima indirizzata alla preside della scuola e alla moglie dell’insegnante, e con un blitz in cui tappezzò la classe di cartelli, a far diventare “pubblica“ una storia fin lì soltanto sussurrata a mezza bocca.
Il rapporto tra la ragazza e il suo insegnante era fatto di messaggi e un abbraccio con un bacio durante una gita a Siena, nel 2017. Poi la studentessa cambiò istituto, ma la frequentazione si sarebbe fatta ancora più fitta. Tramutandosi in una sorta di dipendenza nella figura del professore, che, durante una passeggiata nel bosco di Bivigliano, avrebbe tentato nuovi approcci fisici. Contemporaneamente, l’insegnante avrebbe intrecciato la nuova relazione con un’altra sua allieva, poco più che sedicenne. Legame, questo, finito nel mirino della procura a differenza del precedente. Per l’accusa, l’insegnante "mediante abuso di autorità dato dall’essere l’insegnante di lettere della eprsona offesa nel corso dei primi due anni del licelo classico statale Michelangiolo di Firenze".
"Abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa in relazione alla sua minore età ed alla condizione di preminenza dell’insegnante", dice l’imputazione, l’insegnate avrebbe costretto la ragazza "a subire atti sessuali, posti in essere in plurime occasioni", e che sarebbero consistiti in "abbracci, carezze alle braccia ed al collo, toccamenti del seno e baci sulle guance e sulla bocca". Ma non finisce qui. I legali annunciano opposizioni alle archiviazioni della procura: l’avvocato Ghetti per le accuse al prof rivolte dalla sua giovane assistita (oggi maggiorenne), l’avvocato Zanobini per l’ipotesi di diffamazione in danno del docente.