Firenze, 25 agosto 2019 - Anziché accudirla, la badante ubriaca la maltrattava. Ma quando la polizia è intervenuta in soccorso di una 87enne, non autosufficiente e costretta in sedia a rotelle, gli operatori hanno scoperto che la straniera, di origini ucraine, lavorava a nero. Il risultato è che le denunce, alla fine, sono state due: una per maltrattamenti, a carico della colf, e una per irregolarità dal punto di vista occupazionale contestata al «datore di lavoro», cioè il figlio dell’anziana. La badante è stata inoltre sanzionata anche per il suo stato di manifesta ubriachezza. Alla sfilza di denunce, infine, se n’è aggiunta anche una per la sua brusca reazione all’arrivo in casa degli agenti.
E’ successo venerdì sera, in via di Ripoli, zona sud della città. A dare l’allarme è stata la vicina di casa, amica dell’anziana: prima ha sentito urlare la donna, poi ha pure ricevuto una telefonata, da parte dell’87enne, con la quale la invitava a recarsi al più presto da lei. La vicina, in possesso delle chiavi di casa, si è preciptata nell’appartamento attiguo. E in effetti, al suo arrivo ha trovato una scena inaspettata: una ciocca di capelli della donna in terra, e l’amica che si disperava perché era stata presa bruscamente per il collo dalla collaboratrice. All’arrivo delle volanti, l’anziana signora – che mai aveva sporto denuncia in precedenza – ha riferito di essere stata bersaglio in altre occasioni delle violenze gratuite dell’ucraina. E anche l’altra sera, per futili motivi, la badante l’avrebbe afferrata per il collo e le avrebbe tirato i capelli, come conferebbe appunto quello strappo della ciocca.
Ma perché l’ucraina terrebbe questo atteggiamento violento? Forse a causa del vizio di bere: i poliziotti hanno infatti rinvenuto in cucina un cartone di vino bianco da un litro, vuoto. E lei è apparsa palesemente brilla. Ma nell'accertare quanto accaduto (la badante è stata denunciata per maltrattamenti in famiglia, essendo appunto equiparata a un famigliare dell’anziana, avendo lei il compito di prendersene cura) sono emerse alcune alcune irregolarità rispetto all’inquadramento lavorativo della collaboratrice domestica.
La badante non è infatti in possesso del permesso di soggiorno, e nonostante questo è stata assunta dal figlio della donna non autosufficiente. In cambio di 700 euro al mese, più vitto e alloggio. A nero, però.
Così, oltre che procedere per la condotta della badante «manesca», la questura ha avviato un procedimento anche nei confronti del «datore di lavoro», responsabile, secondo la polizia, di non aver accertato la «regolarità» sul territorio della badante. E questo farà aprire a suo carico altri procedimenti di natura amministrativa riguardo alla contribuzione. La donna non ha riportato ferite, unica nota lieta di una serata da incubo.
I poliziotti hanno chiesto ripetutamente all’anziana signora se necessitasse di cure, ma ella ha rifiutato qualsiasi tipo di soccorso da parte del 118.
stefano brogioni