
L'affresco restaurato (Germogli)
Tavarnelle Val di Pesa (Firenze), 22 dicembre 2015 - Si sono da poco conclusi i lavori di completamento del restauro degli affreschi quattrocenteschi del meraviglioso Refettorio monastico all’interno della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano. E, in occasione di un convegno che si è svolto pochi giorni fa, è stato presentato alla cittadinanza in tutto il suo ritrovato splendore.
La sala del Refettorio fu realizzata nel periodo di massimo splendore del monastero quando, essendo succedutisi quali abati due personalità di grande prestigio e potere (Francesco Altoviti tra il 1440 e il 1455 e Isidoro del Sera tra il 1455 e il 1485), il complesso subì una radicale trasformazione con lavori per lo più riconducibili alla direzione del “maestro di murare” Jacopo di Stefano Rosselli.
Nell’ambito della seconda fase di questi lavori fu appunto realizzato anche il nuovo refettorio dei monaci, una sala che si sviluppa su un lato del chiostro, coperta con volte a botte lunettate poggianti su capitelli in pietra serena, di grande ampiezza. Fu sempre l’abate del Sera che incaricò nel 1476 Domenico del Ghirlandaio di realizzare l’affresco de L’Ultima Cena, sopra al quale erano state dipinte pochi anni prima, nel 1474, da Bernardo Rosselli, due scene raffiguranti La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e Caino che uccide Abele.
Dopo le soppressioni del 1866 che non risparmiarono neppure questo complesso, il monastero fu acquistato dai conti Dzieduszycki che lo ristrutturarono profondamente, trasformandolo nel loro castello. Fra i lavori di sistemazione ci fu anche il riassetto del refettorio che divenne un vero e proprio salone di rappresentanza.
Arricchito attorno al 1890 da un grande camino esso fu messo in comunicazione con il chiostro antistante mediante l’apertura di due porte sul lato sinistro. L’intera sala fu poi decorata con riquadri geometrici e stemmi di gusto trecentesco, che la trasformarono in un ambiente suggestivo ma d’invenzione. L’intervento conclusivo di un ciclo di lavori già iniziato più di 10 anni fa dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Firenze, Prato e Pistoia, è stato reso possibile grazie a una somma di 200mila euro, elargita dalla Fondazione non profit americana Friends of Florence, che include anche un generoso contributo dei Marchesi Antinori.
Con questo restauro il Refettorio monastico, dove si trova il famoso affresco de "L’Ultima Cena" del Ghirlandaio, è stato finalmente riaperto al pubblico dopo un lungo periodo di chiusura. Il restauro è stato eseguito dall’impresa Cellini, già impegnata nella campagna precedente, con la direzione dei lavori affidata alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Firenze Pistoia e Prato.
“Questo progetto è importantissimo per Friends of Florence - spiega la presidente Simonetta Brandolini d’Adda - perché oltre a essere il primo restauro che sosteniamo fuori dalla città di Firenze, è stato reso possibile grazie non soltanto ad alcuni donatori che sono direttamente legati alla Badia, come Marchesi Antinori, ma anche con il contributo di tanti altri sostenitori che, pur non avendo mai visto il complesso monastico e gli affreschi nella Sala del Refettorio, si sono appassionati al progetto scegliendo di adottarlo. In questo modo Friends of Florence si apre al territorio toscano e porta in esso tutto il suo mondo. E’ stata una bellissima esperienza, siamo felici di aver collaborato con i padri dell’Ordine Vallombrosano, con la Soprintendenza e con tutte le professionalità che vi hanno lavorato: ci auguriamo che sia l’inizio di un percorso di valorizzazione affascinante nel quale sia possibile rendere fruibile la Badia di San Michele anche con concerti, convegni, visite guidate in modo da coinvolgere sempre più persone e sempre più donatori.”
“L'intervento agli affreschi di Bernardo Rosselli e Domenico Ghirlandaio, - conclude la Presidente - ha permesso di salvare opere che altrimenti rischiavano di perdersi. Insieme agli amici di sempre, i tanti donatori che ci hanno seguito in questa impresa e a Marchesi Antinori (Piero Antinori è uno dei membri del Consiglio di Friends of Florence), abbiamo deciso di sostenere questo progetto per poter consegnare ai posteri il tesoro conservato nella sala del Refettorio della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano”.
Un impegno per la salvaguardia delle bellezze storico-artistiche del territorio, che tocca da vicino, come detto dalla Contessa Simonetta Brandolini d'Adda, anche i Marchesi Antinori. “Siamo oltremodo felici di vedere finalmente completarsi il progetto di restauro del magnifico affresco del Ghirlandaio a Badia a Passignano e di aver avuto la possibilità di portare il nostro apporto a questa nuova meritevole iniziativa dei Friends of Florence" - sottolinea il Marchese Piero Antinori. “Il connubio tra arte e vino è certamente vincente anche per il contenuto culturale del vino. In questo caso esiste anche uno stretto legame tra Antinori e la Badia di Passignano che ci ha indotto a contribuire al restauro del magnifico affresco del Ghirlandaio, che ridarà nuova vita e grande attrattiva a tutto il comprensorio”.
I LAVORI DI RESTAURO - Il lavoro svolto su “L'Ultima Cena”, affresco di Domenico Ghirlandaio ha portato a integrare le molte e diffuse lacune, valorizzando la qualità pittorica dell’opera che, in modo particolare per quanto riguarda le figure del Cristo e degli apostoli, può essere ricondotta al diretto intervento di Domenico Ghirlandaio, come peraltro attesta la documentazione archivistica che per l’occasione si è tornati a consultare e a interpretare in ragione dei dati raccolti grazie alla visione ravvicinata del lavoro e alle ulteriori analisi scientifiche realizzate.
Le indagini, condotte dall’ing. Nicolino Messuti di Istemi (analisi igrometrica, riflettografica all’infrarosso e in fluorescenza ai raggi X) hanno accompagnato l’intervento dei restauratori dell’impresa Cellini, assicurando la completa rimozione delle ridipinture e ripristinando quindi l’autenticità di quanto oggi si propone ai visitatori e agli studiosi.
Ugualmente fondamentale è stato l’apporto dato ai direttori dei lavori Giorgio Elio Pappagallo e Claudio Paolini dalla consulenza e dell’assidua presenza in cantiere di Sabino Giovannoni, già attivo presso i laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure e con un’importante esperienza nel restauro di affreschi quattrocenteschi.
Nel corso dei lavori si è tra l’altro evidenziato come la bottega del Ghirlandaio già a questa data (siamo nel 1476) avesse definito una modalità operativa (a partire dai variati sistemi di riporto dei disegni preparatori sulla parete) e più in generale un’organizzazione del cantiere pienamente rispondente a quanto ben documentato per i più tardi affreschi di Santa Maria Novella.
“Durante l'esecuzione del cantiere aperto nel 2002, - evidenziano i direttori ai lavori - oltre a liberare la parete di fondo dalle ridipinture ottocentesche, furono riscoperte al di sotto delle decorazioni che interessavano le altre tre pareti della sala, ulteriori pitture ad affresco (ben documentate dalle carte d’archivio) eseguite da Benedetto e Cesare Veli nel 1598, raffigurante santi e beati vallombrosani. Il ritrovamento portò così alla decisione di eliminare le trasformazioni tardo ottocentesche per riportare la sala alla sua dimensione quattro cinquecentesca”.
LA FONDAZIONE FRIENDS OF FLORENCE - Friends of Florence è una Fondazione non-profit Internazionale, che nasce nel 1998 negli Stati Uniti costituita da persone di tutto il mondo che si dedicano a preservare e a valorizzare l’integrità culturale e storica delle arti a Firenze e in Toscana. La fondazione fornisce sostegno finanziario direttamente ai laboratori di restauro della città per rinnovare, salvaguardare e rendere disponibile al pubblico una vasta gamma di opere d’arte: dipinti, sculture, elementi architettonici e collezioni di oggetti più piccoli. La fondatrice e Presidente è Simonetta Brandolini d’Adda.
Dal 1998 Friends of Florence è fra le principali fonti di finanziamento dei tanti laboratori di restauro e dei professionisti qualificati che in città lavorano per garantire la sopravvivenza dell’arte e dell’architettura a Firenze e in Toscana. Impegnata a sostenere la salvaguardia e la conservazione del patrimonio artistico e culturale delle opere d'arte a Firenze ed in Toscana, la fondazione ha sviluppato negli anni collaborazioni stabili e continuative con enti pubblici e privati che operano in ambito artistico.
La scelta dei progetti di restauro avviene con il supporto di esperti e storici dell’arte di fama internazionale che, riuniti in un Comitato tecnico, seleziona quei progetti che saranno finanziati. In questo modo molte opere artistiche e architettoniche possono essere restaurate, tutelate e finalmente rese visibili al pubblico.
In moltissimi casi la Fondazione continua a mantenere i progetti restaurati per anni dopo il completamento del lavoro. Ogni progetto di restauro è seguito dalla produzione e dalla realizzazione di libri o di materiale multimediale come: Dvd, cd rom contenenti la storia, le immagini, le interviste a studiosi e restauratori e la documentazione delle fasi del restauro dell’opera in questione. La Fondazione, pur utilizzando al meglio queste tecnologie, promuove con le Università, le scuole, le associazioni culturali e i circoli privati, conferenze e incontri a tema.
Durante l’anno organizza diversi programmi con storici e donatori per studiare artisti o temi particolari. Negli ultimi anni questi programmi sono stati organizzati anche per musei e istituti internazionali come il Chicago Art Institute e The Aspen Institute. Fra i progetti realizzati, giusto per citarne alcuni, troviamo: il programma di diagnostica per il restauro del David di Michelangelo, il reastauro della Sala della Niobe nella Galleria degli Uffizi, il restauro del gruppo scultorio in bronzo di Giovan Francesco Rustici, La Predica di San Giovanni Battista sul portale nord del Battistero di Firenze (nel 2009 e nel 2010 le statue furono esposte nella mostra dedicata a Leonardo Da Vinci “Hand of Genius” presso l’High Museum di Atlanta e il Paul Getty di Los Angeles negli Stati Uniti), il restauro del Crocifisso di Giambologna, Cappella di Giambologna Chiesa della SS Annunziata, Firenze, la realizzazione della scultura I Passi d’oro di Roberto Barni per il XX anniversario della strage di Via dei Georgofili.