Firenze, 24 maggio 2019 - L’amico dei poveri alla stazione centrale di Firenze lo conoscono in tanti. C’è chi lo conosce come “l’iraniano”, chi lo chiama il “dottore”o addirittura il “babbo”, e chi, non sapendo nemmeno chi sia, lo aspetta semplicemente ogni sabato sulle scale d’ingresso di Santa Maria Novella. Lui arriva sempre puntuale e sorridente con borse piene di cibo da mettere nelle mani dei tanti senzatetto che popolano la stazione centrale. L’amico dei poveri si chiama Bahman Noubari, ha 59 anni, ha origini iraniane ed è un medico di Careggi, per l’esattezza un neurochirurgo dell’equipe del professor Alessandro Della Puppa.
«Lui per noi è diventato un punto di riferimento - dice C.H. studente universitario marocchino - Senza di lui non avrei potuto studiare: ora sono iscritto alla facolta’ di ingegneria. La prima volta che l’ho incontrato dormivo in uno scatolone. Ero senza scarpe, era inverno e la mattina seguente Bahman si è presentato con stivali e mi ha dato dei soldi. Un santo laico».
Mentre l ‘universitario parla si avvicina una senzatetto, M.A, anch’essa magrebina: «Lui è il nostro ambulatorio ambulante. Tutti noi abbiamo sempre qualche problema di salute ma, nello stato in cui siamo, non sappiamo come muoverci nel labirinto dell’assistenza sanitaria. Così lui ci indirizza nelle strutture e tante volte ci visita gratuitamente».
Bahman Noubari ha iniziato diversi anni fa ad aiutare gli invisibili della stazione di Firenze e anche di Prato, dove ha abitato fino al 2011. In tanti senzatetto si ricordano di lui e delle sue borse zeppe di provviste.
«Ho iniziato questa attività spinto da mia madre, che mi ha sempre sensibilizzato all’aiuto verso le persone meno fortunate di me – spiega il neurochirurgo fiorentino – e oggi sono ancora piu convinto di quello che faccio dal momento che la mamma mi ha lasciato una settimana fa. Non sono legato né ad associazioni e tantomeno a cooperative. Questa è una cosa tutta mia». Alla domanda su cosa lo abbia spinto a fare ciò, Bahman non ha problemi a rispondere: «Io sono nato povero – dice – e ho avuto la fortuna di incontrare una persona speciale, il prete operaio Concetto Greco che ho conosciuto a 18 anni quando abitavo a Catania e per vivere facevo il fabbro nel quartiere più povero della citta, il Pigno. Lui mi aiutò, mi trovò un nuovo lavoro come pulisci-scale e, grazie a ciò, ho finito l’università. Io adesso restituisco in qualche modo tutto ciò, perchè aiutare i meno fortunati fortifica la mia anima e il mio spirito».
Così ogni sabato mattina Bahman sveste i panni del neurochirurgo, riempe le borse di cibo e va alla stazione di Santa Maria Novella ad aiutare chi ha bisogno. «Non credo che ci sia cosa piu’ gratificante che regalare un sorriso e un appiglio a chi dalla mattina alla sera vede solo il baratro – dice sorridendo a sua volta – Altri si sentono bene aiutando i propri cari ad avere una vita migliore, ed è una buona cosa. Ma a me non basta. Io sento il bisogno di aiutare anche chi non conosco. Restituendo in qualche modo quell’amore disinteressato e universale che a me ha cambiato la vita».
Luca Bacci